Addetto all’antincendio: nomina in ogni azienda?

incendio

Cos’è la squadra di emergenza aziendale?

La squadra di emergenza da organizzare in azienda è formata da tutti i lavoratori incaricati e formati al meglio per far fronte a situazioni emergenziali che potrebbero improvvisamente verificarsi durante lo svolgimento della normale attività lavorativa. Si tratta di un obbligo fissato dal Testo Unico per la Salute e Sicurezza sul Lavoro (D.Lgs.81/08). Bisogna intervenire responsabilmente in caso di un incendio, terremoto, blackout aziendale, malore o infortunio di un lavoratore, ecc. Bisogna dunque collaborare il più possibile per dare supporto ai lavoratori che si trovano in difficoltà in caso di emergenza e per essere d’aiuto ai soccorsi esterni (come ad esempio Vigili del Fuoco e Pronto Soccorso). La squadra d’emergenza deve includere uno o più addetti all’antincendio e al primo soccorso, in base alle esigenze aziendali. Deve essere presente in ogni tipologia di azienda. Si consiglia la nomina di 2 addetti all’antincendio ogni 10 lavoratori, ma tale proporzione non è standard perché deve essere considerata la presenza di perone diversamente abili sul posto di lavoro e il numero di persone che occupano gli spazi interni ed eventuale clientela. Si deve avere inoltre una copertura per tutto l’orario di lavoro. Uno stesso individuo può occupare il ruolo di addetto al primo soccorso e antincendio contemporaneamente. Tali persone devono aver chiaro cosa devono fare (i loro compiti) e devono essere formati in merito (è previsto un aggiornamento del corso con periodicità triennale). Devono essere a conoscenza delle proprie responsabilità. Per il Datore di Lavoro o il Dirigente vi è l’obbligo di organizzare tale squadra; il noto D.Lgs.81/08 prevede che quest’ultimo:

  • Stabilisca i nominativi degli addetti all’antincendio e di abbandono del posto di lavoro in caso di pericolo grave e immediato;
  • Metta in atto le misure più adatte a fronteggiare eventuali situazioni di emergenza;
  • Organizzi i rapporti con i servizi esterni di primo soccorso e salvataggio.

In tutte le aziende devono essere obbligatoriamente nominati dal Datore di Lavoro uno o più addetti all’antincendio. Per aziende fino a 5 dipendenti tale ruolo può essere svolto dal Datore di lavoro. Si fa presente che per le imprese familiari, composte dunque solo da familiari (coniuge e parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo), non sussiste l’obbligatorietà della preventiva nomina degli addetti all’antincendio, cosa che invece accade se in azienda ci siamo lavoratori dipendenti.

Quante ore di corso antincendio devo frequentare?

Secondo il D.Lgs.81/08, nel caso in cui un lavoratore debba ricoprire la figura di addetto all’antincendio, deve frequentare obbligatoriamente uno specifico corso per addetto all’antincendio. Si ricorda inoltre l’obbligo del corso di aggiornamento per addetto all’antincendio con periodicità triennale. La normativa vigente classifica le aziende sulla base di tre livelli di rischio incendio (basso, medio e alto). I lavoratori designati come addetti all’antincendio partecipare a specifici corsi sulla base del livello di rischio incendio presente nella propria azienda:

  • 4 ore, per aziende a rischio incendio basso;
  • 8 ore, per aziende a rischio incendio medio;
  • 16 ore, in caso di rischio incendio elevato.

I corsi a medio ed alto rischio incendio prevedono obbligatorie prove pratiche con l’utilizzo dei presidi estinguenti. I corsi antincendio ad alto rischio vengono organizzati, inoltre, dai Vigili del Fuoco. Per il rischio basso è prevista anche la modalità in videoconferenza, direttamente dalla sede operativa aziendale o da casa, in quanto non è prevista la parte pratica. I corsi per addetti all’antincendio di 16 ore, per attività a rischio elevato, vengono generalmente svolti per il personale operante all’interno di ospedali, scuole, uffici con più di 1000 dipendenti, hotel con oltre 200 posti letto, ecc. Per quanto riguarda il medio rischio, a questa categoria appartengono tutte le aziende soggette ai controlli di prevenzione incendi (DPR 155/11), accetto quelle a rischio incendio elevato, e i cantieri temporanei e mobili che vedono la presenza di materiali infiammabili e fiamme libere (con esclusione di quelli totalmente all’aperto). I corsi di formazione per gli addetti all’antincendio non sono erogabili in modalità e-learning, come stabilito dall’Accordo Stato-Regioni del 7 luglio 2016. Anche il Datore di Lavoro, che decide di essere un addetto all’antincendio, deve frequentare gli stessi corsi di formazione antincendio previsti per i lavoratori. L’addetto all’antincendio (uomo o donna) deve essere formato ed addestrato per ricoprire il ruolo, con corsi di formazione appositi previsti dalla normativa vigente. Questa figura deve:

  • Mettere in atto le misure per la prevenzione incendi, fissate dal Piano di Emergenza, servendosi anche delle attrezzature messe a disposizione dall’azienda, come ad esempio idranti, estintori, impianti di rilevazione e spegnimento automatici, evacuatori di fumo e calore, dispositivi di segnalazione d’allarme;
  • Prestare assistenza ai soccorsi esterni (Vigili del Fuoco);
  • Effettuare controlli periodici sui presidi antincendio (anche se sono fondamentali quelli da parte del personale specializzato).

Si fa presente che il livello di rischio incendio dell’azienda viene stabilito da parte del Datore di Lavoro tramite la valutazione dei rischio incendio, effettuata sulla base del D.M. 10/08/1998. Tramite tale valutazione, il Datore di Lavoro classificherà la propria attività secondo il rischio incendio basso, medio o elevato.  Gli aggiornamenti della formazione antincendio sono organizzati nel seguente modo:

  • 2 ore di corso per il rischio basso;
  • 5 ore per il medio rischio;
  • 8 ore per il rischio elevato.

La periodicità di tali aggiornamenti è opportuno che avvenga con cadenza triennale. L’addetto all’antincendio non ha alcuna responsabilità penale in merito al suo operato: tutto è a carico del Datore di Lavoro. Come ogni cittadino ha il dovere morale di prestare assistenza a chi si trovo in difficoltà, nei limiti delle proprie possibilità, senza mettere a rischio la propria vita e quella di eventuali persone presenti sul posto. La possibilità che si verifichi un incendio è remota ma bisogna sempre essere pronti ad intervenire al meglio, specialmente se l’incendio si sviluppa sulle persone; in questo caso specifico va evitato l’uso dell’estintore ed è consigliata la coperta antifiamma (in assenza di questa possiamo ricorrere ad un cappotto, meglio se bagnato). Ogni corso deve essere concluso con un esame finale di verifica dell’apprendimento. Quest’ultimo potrà essere sostenuto solo dopo aver frequentato almeno il 90% delle ore del corso.

Il Piano di Emergenza: è un obbligo per quali aziende?

E’ fondamentale individuare in azienda ogni possibile pericolo e pianificare le misure di prevenzione incendi e di evacuazione degli ambienti lavorativi. Per le attività con minimo 10 dipendenti e per quelle soggette al controllo da parte dei Vigili del Fuoco è obbligatoria la redazione del Piano di Emergenza, incentrato dunque sulle misure da mettere in atto in situazioni di emergenza. Per le imprese obbligate ad avere il Piano di Emergenza sono previste prove di evacuazione, con periodicità minima annuale, coordinata da parte degli addetti alle emergenze. In tali prove è obbligatoria la partecipazione dei lavoratori e la verbalizzazione delle stesse per iscritto. Il Datore di Lavoro deve predisporre il Piano di Emergenza, con il supporto del RSPP (Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione), degli addetti al primo soccorso e alle emergenze. Questo importante documento contiene i nominativi delle persone identificate per gestire possibili emergenza. Si tratta di gente con determinati requisiti, sangue freddo e abilità d’intervento. Non dovrebbero essere incaricate persone non in grado di gestire in modo lucido situazioni difficili e urgenti. E’ bene tener presente una sorta di diagramma di flusso, dove ogni persona coinvolta abbia compiti e responsabilità ben definiti; ciò consente di facilitare il più possibile la procedura in caso di emergenza. Tale piano non deve essere confuso con il Piano antincendio; quest’ultimo si sofferma sulla valutazione del rischio incendio, in modo da classificare l’azienda in base al livello basso, medio o alto. Il Piano di Emergenza è incentrato, invece, sulla messa in pratica delle azioni da attuare per qualsiasi situazione di emergenza.

Emergenze e obblighi del Datore di Lavoro

Il Testo Unico per la Salute e Sicurezza prevede obblighi del Datore di Lavoro in merito alla gestione delle emergenze. Il Datore di Lavoro deve organizzare i rapporti con i soccorsi esterni per quanto riguarda il primo soccorso e l’antincendio. Spetta a lui designare i lavoratori idonei a tal riguardo. Vi è inoltre l’obbligo di informare tutti i lavoratori in merito ai comportamenti da adottare in casi di emergenza (in particolare quelli esposti a pericoli gravi). Devono essere pianificati gli interventi necessari da attuare e date istruzioni utili ai lavoratori per abbandonare, se necessario, il posto di lavoro, stando al sicuro. E’ opportuno che in caso di pericolo grave e immediato ogni lavoratore sia messo in sicurezza, per evitare le conseguenze di tale pericolo: i lavoratori devono essere in grado di salvaguardare la propria salute e sicurezza, tenendo conto anche dei mezzi tecnici messi a disposizione dall’azienda. Il numero degli addetti alla gestione delle emergenze deve considerare diversi aspetti, quali le dimensioni aziendali e i rischi presenti sul posto di lavoro. Colui che viene incaricato per ricoprire tale ruolo di addetto alle emergenze (antincendio o primo soccorso) non può rifiutare l’incarico, solo per motivi importanti.