Cassieri e movimenti ripetuti delle braccia: quali sono i danni?

Movimenti ripetuti degli arti superiori: cosa sono?

Movimenti ripetitivi arti superiori Le attività che espongono i lavoratori a movimenti ripetuti degli arti superiori sono responsabili di diverse malattie professionali. Il numero di queste malattie, in costante crescita, rappresenta buona parte delle patologie dovute al lavoro registrate ogni anno dall’Inail. I movimenti ripetitivi sono un insieme di movimenti identici o simili effettuati in modo sistematico. Eseguire attività con movimenti ripetitivi potrebbe risultare faticoso e noioso, andando ad incidere sulla produttività. Un lavoratore potrebbe eseguire compiti ripetitivi o non ripetitivi. I compiti ripetitivi prevedono azioni di durata piuttosto breve, dette “cicli”, che si ripetono molte volte uguali a loro stesse; si tratta dunque di una serie di gesti e movimenti di uno o più distretti articolari con lo scopo di compiere un’operazione elementare. Le operazioni con movimenti ripetuti degli arti superiori possono essere di diverso genere: esse riguardano lo spostamento di oggetti di peso leggero eseguito con un’alta frequenza e le attività in cui, pur non essendoci una movimentazione di carichi, l’operatore effettua spesso dei movimenti con le braccia e talvolta per periodi di lunga durata.

Rischi ergonomici per i cassieri: quali sono?

Un recente factsheet del Dipartimento di Medicina del Lavoro dell’Inail tratta l’importanza di investire sulla prevenzione ergonomica all’interno dei supermercati, in particolare per coloro che svolgono attività di cassa. Si fa presente che i disturbi di tipo muscolo-scheletrico sono molto diffisi nel mondo lavorativo nei 27 Stati Membri dell’Unione Europea. Si tratta di una problematica importante anche dal punto di vista economico, perché comporta elevati costi sia diretti (spese assicurative, mediche e amministrative) sia indiretti ( riduzione della produttività). Nell’ambito della grande distribuzione, la mansione degli addetti alle casse, grazie ad un aumento del numero di addetti coinvolti, ha avuto negli ultimi anni una maggiore attenzione. Il settore del commercio è ad oggi uno dei settori in cui i lavoratori sono maggiormente esposti ai danni derivanti da movimenti ripetuti degli arti superiori, posture incongrue, microclima, errata organizzazione del lavoro. Va sottolineato che il Decreto Legislativo 81/08 all’articolo 15 lettera d) impone per i Datori di Lavoro “il rispetto dei principi ergonomici nell’organizzazione del lavoro, nella concezione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e produzione, in particolare al fine di ridurre gli effetti sulla salute del lavoro monotono e di quello ripetitivo”. Le misure di prevenzione per minimizzare il rischio dovrebbero quindi essere considerate già in fase di progettazione della postazione lavorativa. Negli ultimi anni, la crescita del numero dei locali dedicati ai piccoli supermarket e dei grandi ipermercati, ha rivolto molta attenzione al miglioramento della soddisfazione del cliente, ma non tanto ai parametri ergonomici che garantirebbero al lavoratore un minore sforzo dell’apparato muscolo-scheletrico. Le patologie da sovraccarico biomeccanico possiamo così classificarle:

  • tendiniti;
  • tenosinoviti;
  • patologie neurologiche periferiche;
  • patologie neuro-vascolari;
  • patologie muscolari.

Valutazione rischio da movimenti ripetuti degli arti superiori

La valutazione del rischio per l’effettuazione di movimenti ripetuti degli arti superiori prevede da parte delle aziende in cui vi è tale rischio, la redazione di un apposito documento volto ad individuare azioni da intraprendere nel caso di mansioni che espongono ad un sovraccarico biomeccanico degli arti superiori (movimenti ripetitivi). Tale analisi riguarda alcune realtà nelle quali vengono eseguiti dei movimenti ripetitivi sistematici (es. gli addetti a macchinari specifici, cassiere del supermercato, movimentazione di prodotti ad inizio/fine linea, ecc.) che, se sottovalutati, possono recare anche gravi disturbi di natura fisica agli arti superiori. I datori di lavoro devono mettere in atto un intervento preventivo che prevede le seguenti fasi:

  • identificazione del problema (possibile rischio);
  • stima dell’entità rischio;
  • valutazione dettagliata del rischio;
  • riduzione del rischio evidenziato mediante una pianificazione e la messa in atto di interventi strutturali, organizzativi, di formazione e di sorveglianza sanitaria dei lavoratori.

La valutazione dei rischi per i lavoratori consente di definire le azioni correttive e piani di miglioramento adatti per rendere minimi o eliminare tali rischi, ad esempio:

  • introduzione delle pause tra una lavorazione e la successiva;
  • interscambio dei lavoratori;
  • adozione della sorveglianza sanitaria, mediante la nomina di un Medico Competente aziendale.

Il Datore di Lavoro, per effettuare tale valutazione, potrebbe avvalersi di società specializzate; per quest’ultime potrebbe essere d’aiuto un sopralluogo dell’ambiente lavorativo, con durata variabile a seconda della specifica realtà aziendale e della tipologia di movimentazione eseguita dai lavoratori. Il sopralluogo deve interessare tutto il ciclo produttivo in cui si utilizzano gli arti superiori; devono essere raccolte le informazioni inerenti i tempi e le modalità di movimentazione dei carichi (il numero di ore in cui i lavoratori sono esposti durante la giornata, la frequenza di esposizione, le pause tra un’azione e la successiva, ecc.).

Normativa per movimenti ripetitivi degli arti superiori

Le attività con movimenti ripetitivi degli arti superiori prevedono una manipolazione ad alta frequenza di oggetti o strumenti di peso modesto; possono essere considerate come una specifica tipologia di movimentazione manuale dei carichi. Quindi, se un lavoratore esegue tali movimenti in situazioni non ergonomiche (frequenza elevata), potrebbe accusare nel tempo una patologia da sovraccarico biomeccanico. In passato, il Decreto Legislativo 626/1994, pur non riferendosi in modo chiaro ai movimenti ripetuti, ha trattato il problema della movimentazione manuale dei carichi, dedicando a tale questione il titolo V e definendo il campo di applicazione, gli obblighi del datore di lavoro, comprese le attività di informazione e formazione dei lavoratori. Il D.P.R. n. 459 del 24 luglio 1996 (c.d. “direttiva macchine”), pur non citando in modo esplicito tale problematica, faceva riferimento alle norme armonizzate; tra queste ultime possiamo citare quelle della famiglia EN 1005 (Sicurezza del macchinario – Prestazione fisica umana) ed in particolare la UNI EN 1005-5, che tratta la movimentazione di oggetti leggeri ad alta frequenza (dà indicazioni operative per rendere minimi i rischi connessi a tali attività nell’impiego di macchine). Oggi la movimentazione manuale dei carichi (e quindi anche quella di carichi leggeri ad alta frequenza) è affrontata al titolo VI del Decreto Legislativo 81/2008, modificato dal D.Lgs.106/2009. Negli articoli 167-170 possiamo trovare il campo di applicazione, gli obblighi e le sanzioni previste per il Datore di Lavoro, l’informazione, la formazione e l’addestramento previsti. Gli aspetti tecnici vengono trattati nell’allegato XXXIII dello stesso decreto.

Patologie professionali muscolo scheletriche: le cause

Le malattie muscolo scheletriche da sovraccarico biomeccanico che interessano le braccia (mano, polso gomito, spalla) si verificano spesso nelle aziende manifatturiere, specialmente tra coloro che operano nelle linee di montaggio e assemblaggio. E’ coinvolto anche il settore alimentare (es. cassieri). Si tratta di patologie che si potrebbero manifestare per aver eseguito compiti ciclici e ripetitivi in cui si movimentano carichi di peso leggero (meno di 3 kg) con una certa velocità. Tali patologie insorgono perché l’operatore compie la stessa sequenza di azioni nel tempo (stessa sequenza di movimenti delle articolazioni delle braccia) con il conseguente rischio di sovraccarico biomeccanico. Le strutture delle articolazioni delle braccia (tendini, vasi sanguigni, nervi ecc.) riescono a compiere i movimenti con una soglia limite di velocità, durata e forza, superata la quale i tendini si infiammano, aumentano di grandezza e vanno a comprimere i nervi ed i vasi sanguigni: si crea dunque una situazione di sovraccarico biomeccanico degli arti superiori. Se questa situazione di sovraccarico si protrae per molto tempo, si avvertono prima dei sintomi dolorosi (es. formicolio) e, in seguito, delle vere e proprie malattie che vanno a compromettere la capacità funzionale delle braccia. I rischi di patologie alle braccia sono strettamente connessi con l’intensità dei ritmi di produzione e con il modo in cui è organizzato il lavoro.

Attività con movimenti ripetuti: come prevenire i danni?

Le misure di prevenzione per le attività che espongono a movimenti ripetuti, sono volte ad alleviare lo stress psichico-fisico dei lavoratori. Si deve tener presente che gli interventi di miglioramento delle condizioni di salute dei lavoratori, oltre ad essere un obbligo per i Datori di Lavoro (l’obbiettivo principale delle politiche di prevenzione aziendale), portano dei benefici anche per il rendimento delle aziende, questo perché:

  • lavoratori più sani lavorano di più;
  • meno malattie diminuiscono il numero di assenze per malattia, evitano ulteriori costi e problemi di produzione;
  • attrezzature e luoghi di lavoro ottimali vanno ad aumentare la produttività, consentono una qualità migliore del prodotto o del servizio erogato e riducono i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori.

Per evitare l’insorgere di patologie alle articolazioni degli arti superiori bisogna agire sui singoli fattori di rischio (frequenza azioni/minuto, forza applicata, posture, ecc.). Le misure di prevenzione riguardano:

  • Modifiche della struttura della postazione di lavoro: disposizione corretta degli arredi, del lay-out e la scelta di strumenti di lavoro ergonomici. Tutto ciò è volto ad evitare che vi siano posture/movimenti incongrui e compressioni a carico degli arti superiori.
  • Modifiche dell’organizzazione del lavoro: diminuzione della velocità dei ritmi lavorativi, aumento del numero di addetti sulle linee di montaggio, aumento del numero di pause, rotazione delle mansioni, ecc.
  • Formazione e addestramento del lavoratore sui rischi presenti e sulle modalità di operare più corrette per la tutela della loro salute.