Incendio e condizioni indispensabili
L’incendio è una combustione, ovvero una reazione chimica di una sostanza combustibile con un comburente genera lo sviluppo di calore, fiamme, gas, fumo e luce. La combustione può manifestarsi anche senza fiamme superficiali: in questo caso viene definita combustione lenta. Normalmente il comburente è l’ossigeno contenuto nell’aria, mentre il combustibile è una sostanza chimica in grado di bruciare. Pe esserci una combustione devono essere contemporaneamente presenti tre elementi: combustibile, comburente e fonte d’innesco. Solo la contemporanea presenza di questi tre elementi (triangolo del fuoco) da luogo al fenomeno dell’incendio; al mancare di almeno uno di essi l’incendio si spegne.
Quali sono le modalità di spegnimento di un incendio?
Per spegnere un incendio si può ricorrere a tre sistemi:
- Esaurimento del combustibile: allontanamento della sostanza combustibile dal focolaio d’incendio;
- Soffocamento: separazione del comburente dal combustibile attraverso la riduzione della concentrazione del comburente;
- Raffreddamento: sottrazione di calore fino a conseguire una temperatura inferiore a quella che mantiene la combustione;
- Catalisi negativa: reazione chimica attraverso la quale il processo di combustione viene inibito.
Di solito, per spegnere un incendio si utilizza una combinazione delle operazioni di esaurimento del combustibile, di soffocamento e di raffreddamento.
Rischio incendio sul posto di lavoro
Il rischio incendio riguarda ogni realtà lavorativa, ma con probabilità differenti; ad esempio, è più probabile che avvenga in luoghi a contatto con prodotti chimici infiammabili piuttosto che negli uffici e in altri ambienti a basso rischio. Da ciò si evince l’importanza della sicurezza antincendio e della messa in atto di idonee procedure di emergenza.
I Datori di Lavoro devono essere al corrente del livello del rischio incendio della propria realtà lavorativa, per poter adottare misure ragionevoli per minimizzare tale rischio. Non solo è importante per la tutela dei lavoratori, ma rappresenta un obbligo di legge. Gestire le emergenze è un obbligo per le aziende (capo III sezione VI del D.lgs.81/08). Il Datore di Lavoro deve organizzare l’evacuazione urgente, la lotta all’antincendio e al primo soccorso. Il personale incaricato della gestione delle emergenze dovrà essere idoneamente formato in merito al compito da svolgere. Il ruolo deve essere svolto da personale interno all’azienda. I lavoratori designati possono rifiutarsi solo in caso di questioni importanti. Gli incaricati devono essere opportunamente formati e dotati delle attrezzature adeguate. Il Datore di Lavoro deve impartire idonee disposizioni da adottare in caso di emergenza:
- deve essere chiaro a tutti i lavoratori cosa fare e chi deve farlo, qualora si verifichi un incendio, un infortunio lavorativo, ecc.;
- si deve stabilire chi è tenuto ad allertare i servizi di emergenza esterni, chi deve coordinare l’evacuazione dei lavoratori, i punti di ritrovo, ecc.
Tutti i lavoratori incaricati di tali compiti dovranno essere idoneamente addestrati.
Corsi antincendio: chi deve seguirli?
I corsi antincendio sono obbligatori per i lavoratori nominati dai Datori di Lavoro come addetti all’antincendio; devono essere organizzati dall’azienda e le spese sono a carico del Datore di Lavoro. Il Datore di Lavoro deve organizzare una squadra di uno o più addetti all’antincendio, in base alle esigenze aziendali. Tutti i lavoratori addetti alla squadra di emergenza antincendio devono essere formati al meglio attraverso degli appositi corsi. Le aziende devono gestire al meglio il rischio mettendo a disposizione adeguate attrezzature antincendio, e formando i lavoratori incaricati, tramite corsi di formazione per addetti all’antincendio. Per le imprese fino a 5 lavoratori, tale figura può essere anche il Datore di Lavoro.
I contenuti dei corsi antincendio devono essere correlati alla tipologia delle attività e al livello di rischio incendio delle stesse (rischio basso, rischio medio o rischio elevato) e conformi al DM 10/03/98. L’art. 37 del D.lgs. 81/08 richiede anche che ogni addetto alle squadre antincendio effettui un aggiornamento antincendio periodico della formazione.
Corso antincendio: rischio basso, medio e alto
La normativa antincendio classifica le aziende in base a tre livelli di rischio: basso, medio o alto. I lavoratori devono frequentare appositi corsi in merito. La formazione per il medio e l’alto rischio incendio prevede prove pratiche con gli estintori. Vediamo nello specifico quali sono e come si articolano i corsi per gli addetti all’antincendio. Le tematiche del corso antincendio per le aziende a basso rischio riguardano principalmente la prevenzione e lo studio delle cause d’incendio. Per le attività a medio rischio gli argomenti riguardano la presa visione delle attrezzature di protezione individuali, l’individuazione delle vie di esodo, la segnaletica di sicurezza e l’illuminazione di emergenza. Il corso specifico per tutte le aziende che rientrano nel rischio alto è incentrato sul controllo dei luoghi di lavoro, le verifiche e le manutenzioni sulle attrezzature antincendio, le misure di protezione passiva, gli impianti elettrici di sicurezza e le procedure da adottare in caso di incendio. Il dipendente incaricato dal Datore di Lavoro come addetto al servizio di emergenza antincendio, è tenuto ad effettuare la formazione necessaria per il raggiungimento delle competenze utili a svolgere il compito che gli è stato affidato.
L’addetto all’antincendio, al termine del percorso formativo, dovrà:
- essere a conoscenza delle modalità di utilizzo degli estintori;
- saper dare l’allarme i Vigili del Fuoco in caso di necessità;
Oltre alla formazione obbligatoria, l’addetto antincendio è chiamato a svolgere dei corsi di aggiornamento periodici. Ogni 3 anni, infatti, tale addetto dovrà rinnovare le competenze precedentemente acquisite sia per quanto riguarda la normativa sia per le novità tecniche e strumentali.
Prevenzione e protezione antincendio
Tutte le aziende devono individuare misure di prevenzione e protezione antincendio specifiche. Riportiamo alcuni esempi:
- mantenere sempre in ottimo stato tutte le uscite di emergenza;
- allestire idonei sistemi di segnalazione d’incendio;
- installare un adeguato numero di estintori, impianti di spegnimento automatico e/o manuale d’incendio in ogni area a rischio;
- garantire che ogni attrezzatura antincendio sia a portata di mano all’occorrenza;
- sottoporre a regolari controlli i dispositivi di rivelazione e di allarme incendio;
- formare i lavoratori, in modo tale che siano coscienti del rischio d’incendio in merito alla realtà lavorativa in cui operano, della prevenzione messa in atto, delle vie d’uscita, delle procedure da adottare in caso d’incendio, delle esercitazioni di evacuazione, ecc.
La prevenzione antincendio riguarda tutte le attività finalizzate a evitare l’insorgere degli incendi; il Datore di Lavoro, ad esempio, è obbligato ad effettuare la valutazione del rischio incendio. Per le attività ad alto rischio è obbligatorio il rilascio del CPI (Certificato Prevenzione Incendi) dei V.V.F.. La protezione antincendio si suddivide in attiva e passiva; quella attiva prevede l’intervento dell’uomo o di un impianto antincendio. Consiste nell’utilizzo di diversi strumenti, quali:
- estintori
- rete idrica antincendi
- impianto di rilevazione e spegnimento automatici
- evacuatori di fumi e calore
- dispositivi di segnalazione e allarme
La protezione passiva antincendio non necessita dell’azione dell’uomo o di un impianto ma implica una buona progettazione di tutta l’attività di prevenzione incendi. Ecco tutti gli elementi che rientrano in questo tipo di prevenzione:
- barriere antincendio: ad esempio muri tagliafuoco, isolamento efficace dell’intero edificio, rispetto delle distanze di sicurezza esterne e interne;
- materiali selezionati per reagire al meglio al fuoco;
- sistemi di ventilazione;
- studio delle vie d’uscita.
Come evitare possibili incendi in azienda?
Vediamo ora qualche accorgimento da tener presente per evitare l’insorgere di possibili incendi:
- non lasciare materiali infiammabili sopra o in prossimità degli apparecchi di riscaldamento (es. stufetta a gas);
- il personale aziendale deve essere a conoscenza del corretto utilizzo delle attrezzature elettriche;
- non sovraccaricare prese multiple;
- qualsiasi intervento di riparazione elettrica deve essere effettuato solo da persone qualificate.
Tutti gli apparecchi di illuminazione emanano inoltre calore e possono essere causa di incendio. Le aziende devono individuare le zone dove il fumo generato dalle sigarette potrebbe essere causa di incendio e mettere un cartello di divieto. Nelle aree in cui si può fumare deve esserci il portacenere. Deve essere rispettato il divieto di fumo in presenza di materiali facilmente infiammabili. Per quanto riguarda eventuali rifiuti, non devono essere depositati, neanche temporaneamente, lungo vie di esodo o dove possono entrare in contatto con fonti d’innesco. L’accumulo di scarti di lavorazione deve essere evitato: bisogna rimuoverlo giornalmente e custodirlo in luogo apposito, all’esterno dell’edificio.
Quali sono le cause d’incendio più comuni?
Perché scoppia un incendio? Andiamo a vedere quali potrebbero essere i motivi:
- uso scorretto di stufe riscaldanti;
- negligenza nell’utilizzo di fiamme libere;
- fumare in luoghi dove è previsto un divieto;
- ostacolo della ventilazione di apparecchiature elettriche;
- impianti elettrici difettosi o sovraccarichi.
Un incendio può scaturire dunque da cause naturali (un fulmine), fiamme libere (attività di saldatura), particelle incandescenti (braci) provenienti da un focolaio, scintille di natura elettrica, elettrostatica, urti violenti o purtroppo per causa umana. L’innesco dell’incendio può inoltre avvenire in diversi modi: l’accensione può essere diretta, ad esempio tramite il contatto di una scintilla con un materiale infiammabile in presenza di ossigeno, oppure indiretta (avviene tramite convenzione, conduzione o irraggiamento termico). Le fiamme possono scaturire anche per autocombustione o riscaldamento spontaneo: è il caso delle reazioni chimiche o dei processi di ossidazione; ma non solo, anche a causa di un attrito, per sfregamento di due materiali infiammabili, come ad esempio i solventi volatili.