Il ruolo degli addetti antincendio è quello di garantire la sicurezza e la protezione dalle emergenze legate agli incendi. Sono proprio loro responsabili di monitorare l’adeguatezza delle misure di prevenzione e di intervenire in caso di necessità. Possono agire solo sul principio d’incendio, situazione in cui le temperature sono basse e le emissioni di fumo non sono eccessive.
Compiti e formazione degli addetti antincendio
Gli addetti antincendio hanno il compito di monitorare la manutenzione degli impianti antincendio, svolgere controlli periodici, organizzare esercitazioni e fornire formazione sulle procedure di evacuazione e l’uso degli estintori. La formazione degli addetti antincendio è essenziale per acquisire conoscenze e competenze indispensabili per intervenire in modo tempestivo ed efficace in caso di emergenza sul posto di lavoro. La frequentazione dei corsi aggiornamento deve avvenire con cadenza almeno quinquennale. I contenuti minimi dei corsi di formazione e dei corsi di aggiornamento antincendio per addetti al servizio antincendio devono essere correlati al livello di rischio dell’attività. L’attività di formazione ed aggiornamento, limitatamente alla parte teorica, può utilizzare metodologie di apprendimento innovative, anche in modalità FAD (formazione sincrona a distanza). Ai fini dell’organizzazione dei corsi sono individuati tre gruppi di percorsi di formazione in base alla complessità dell’attività e al livello di rischio (vi sono corsi a livello 1, 2 e 3 d’incendio). Le aziende devono valutare il rischio incendio per mettere in atto le adeguare misure preventive e protettive in merito.
Designazione degli addetti antincendio in ambito lavorativo
La designazione degli addetti antincendio è un requisito previsto dalla legge (Decreto Legislativo 81/08). Gli addetti vengono scelti in base a criteri stabiliti e devono seguire apposita formazione per svolgere i propri compiti in modo efficace e garantire la sicurezza all’interno dell’edificio. Per le aziende con almeno un lavoratore, il Datore di Lavoro deve organizzare una vera e propria squadra di addetti all’antincendio; anche i soci lavoratori sono equiparati ai lavoratori. Sono previste sanzioni per la mancata nomina, in caso di controllo da parte gli organi di vigilanza.
Quanti addetti all’antincendio sono previsti in un’azienda?
La designazione degli addetti antincendio in base alla legge è un obbligo previsto dalla normativa italiana. Ogni azienda deve avere almeno un addetto. La nomina spetta al Datore di Lavoro ma può essere anche delegata al Dirigente. Deve esserci dunque almeno un addetto all’antincendio; il numero varia in base a diversi aspetti: devono essere presi in considerazione il numero degli edifici, all’interno di ognuno di essi devono esserci addetti all’antincendio in numero adeguato alla grandezza della superficie e al tipo di attività aziendale (ci sono infatti aziende in cui vi è maggiore probabilità di uno sviluppo d’incendio). I criteri per la designazione degli addetti antincendio dipendono dunque principalmente dalla categoria dell’edificio e dalle sue dimensioni, secondo quanto stabilito dalla normativa vigente.
Compiti specifici degli addetti antincendio negli uffici
In tutti gli uffici, gli addetti antincendio sono designati in conformità con le disposizioni di legge e assumono compiti specifici per garantire la sicurezza e la prevenzione degli incendi. Gli addetti antincendio nelle aziende hanno compiti particolari, come la gestione degli allarmi, l’evacuazione, l’uso degli estintori e il controllo delle vie di fuga. All’interno degli uffici è necessario l’addestramento per gestire situazioni in casi di segnale d’allarme, evacuazione del personale, controllo delle vie di fuga e utilizzo degli estintori. Sono responsabili di garantire la sicurezza antincendio nell’ambiente di lavoro.
Pianificazione delle situazioni di emergenza nelle scuole
Nelle scuole, gli addetti antincendio vengono designati per garantire la sicurezza degli studenti e del personale che vi opera all’interno (docenti, collaboratori scolastici e addetti alla segreteria). Sono responsabili di gestire le evacuazioni, controllare le vie di fuga e utilizzare gli estintori. La pianificazione e la preparazione per situazioni di emergenza nelle scuole sono fondamentali per garantire la sicurezza degli studenti e del personale. Ciò include l’elaborazione di piani di evacuazione, l’organizzazione di simulazioni di emergenza e la formazione del personale.
Designazione degli addetti antincendio negli edifici pubblici
Nell’ambito degli edifici pubblici, la designazione degli addetti antincendio è fondamentale per garantire la sicurezza delle persone presenti. Questa designazione segue le normative e i regolamenti vigenti e implica compiti specifici e requisiti da parte degli addetti. Nel contesto degli edifici pubblici, la designazione degli addetti antincendio è regolamentata da normative specifiche. Si fa presente che il vecchio Decreto del Ministero dell’Interno del 10 marzo 1998 è stato sostituito dal DM 02/09/21. Si tratta di un decreto ministeriale che stabilisce le linee guida per la designazione degli addetti antincendio e garantisce che gli edifici pubblici siano adeguatamente preparati per affrontare situazioni di emergenza legate all’incendio. L’obiettivo principale è garantire la sicurezza delle persone presenti nell’edificio e ridurre al minimo i danni causati dagli incendi. Gli addetti all’antincendio hanno la responsabilità di garantire la sicurezza e la protezione delle persone presenti nelle strutture pubbliche in caso di incendio. Devono essere in grado di gestire l’emergenza, evacuare le persone in modo sicuro e coordinarsi con le autorità competenti.
Importanza della designazione degli addetti antincendio
L’importanza della designazione degli addetti antincendio risiede nel garantire la sicurezza delle persone in caso di incendio, riducendo il rischio di danni e lesioni e facilitando la gestione dell’emergenza. Gli addetti antincendio hanno il compito di prevenire incendi e gestire emergenze. Devono essere formati su procedure antincendio, evacuazione, l’uso di estintori e riconoscimento dei rischi.
Piano d’emergenza: quando è un obbligo?
In base al Decreto Ministeriale del 02/09/21, il Datore di Lavoro predispone un piano di emergenza nei casi sottoelencati:
- Luoghi di lavoro ove sono occupati almeno 10 lavoratori;
- Luoghi di lavoro aperti al pubblico caratterizzati dalla presenza contemporanea di più di 50 persone, indipendentemente dal numero dei lavoratori;
- Luoghi di lavoro che sono presenti nell’allegato I al DPR 1° agosto 2011, n. 151.
Per i luoghi di lavoro che non rientrano in nessuno dei casi indicati, il Datore di Lavoro non deve per forza redigere il piano di emergenza. Il piano di emergenza deve essere dunque redatto in tutti i casi previsti dall’art.2 del DM 02/09/21. Deve contenere:
- azioni che i lavoratori devono intraprendere in caso d’incendio;
- procedure per l’evacuazione dei luoghi di lavoro;
- le disposizioni per chiedere l’intervento sul posto dei VVF e dare le necessarie indicazioni per agire al meglio;
- modalità di assistenza alle persone con esigenze particolari.
Il piano di emergenza deve identificare un adeguato numero di addetti al servizio antincendio (in relazione alle turnazioni/assenze ordinariamente prevedibili). Deve essere aggiornato in occasione di ogni modifica che possa alterare le misure di prevenzione e protezione. Si fa presente che non devono essere utilizzati ascensori e montacarichi per l’evacuazione del posto di lavoro e che le vie di esodo non devono essere percorse in direzione opposta ai normali flussi di evacuazione (o scendono tutti o salgono tutti).
Spegnimento dell’incendio: tre possibili sistemi
- Soffocamento: indica la separazione del comburente (ossigeno presente nell’aria) dal combustibile (ciò che brucia) o la riduzione della concentrazione di comburente in aria;
- Raffreddamento: è la sottrazione di calore fino ad ottenere una temperatura inferiore a quella necessaria al mantenimento della combustione;
- Esaurimento del combustibile.
Normalmente per lo spegnimento di un incendio si utilizza una combinazione delle operazioni di esaurimento del combustibile, di soffocamento e di raffreddamento. Vediamo ora come possono essere classificati gli incendi, in relazione allo stato fisico del combustibile. La classificazione ha lo scopo di fornire una guida per riconoscere la tipologia d’incendio e selezionare l’estintore più adatto. Gli incendi vengono distinti in cinque classi secondo lo stato fisico dei materiali combustibili:
- classe A: incendi di materiali solidi;
- classe B: incendi di liquidi infiammabili;
- classe C: incendi di gas infiammabili;
- classe D: incendi di metalli combustibili;
- classe F: incendi che interessano mezzi di cottura (oli e grassi vegetali e animali).
Da notare che è assente la classe E che in passato veniva utilizzata in riferimento ad incendi che interessavano apparecchiature elettriche in tensione. Gli incendi di materiali percorsi da corrente elettrica comportano un ulteriore rischio oltre a quello della combustione (fiamme, fumo, gas, calore): l’elettrocuzione. Per l’elettricità il migliore estinguente è la CO2; posso utilizzare anche la polvere ma fino a 1000 Volt (no acqua/schiuma). In alternativa, si può utilizzare un estintore a idrocarburi idrogenati (Halon), ma non è sempre legale l’utilizzo.
Come si trasferisce il calore prodotto da un incendio?
Il trasferimento di calore prodotto da un incendio dà luogo a fenomeni diversi a seconda che si tratti di un solido/liquido/gas:
- Solido: l’aumento della temperatura innesca il fenomeno di “pirolisi”, cioè di decomposizione termochimica del materiale. I legami dei corpi solidi si rompono e le molecole rilasciate dal reticolo cristallino possono combinarsi con l’ossigeno alimentando l’incendio.
- Liquido infiammabile: l’innalzamento della temperatura genera l’evaporazione di molecole che diventano dunque vapore potendosi così combinare con l’ossigeno ed alimentare la combustione.
- Gas: richiedono un minor apporto di energia per l’avviamento di una reazione di combustione, poiché hanno deboli legami chimici costituenti la materia.
Per quanto riguarda la reazione di combustione, con quale velocità si propaga nel combustibile? Ciò dipende da alcuni parametri fisici:
- Limite superiore e inferiore di infiammabilità;
- Temperatura di infiammabilità;
- Temperatura di accensione;
- Limiti superiore e inferiore di esplodibilità.