Malattie legate al lavoro: quali sono quelle più comuni?
L’esecuzione di alcune attività lavorative può comportare nel tempo disturbi di salute. Prevenire l’insorgere di malattie professionali è importante per la tutela delle vite dei singoli lavoratori, andando a ridurre al minimo i costi correlati e gli eventuali decessi. Le patologie dovute alla mansione svolta possono comprendere:
- Disturbi muscolo scheletrici;
- Problemi psicologici;
- Tumori;
- Dermatiti allergiche;
- Malattie da esposizione ad agenti biologici;
- Ipoacusia.
Una malattia professionale si manifesta quindi a causa del lavoro eseguito; è differente dall’infortunio perché è la conseguenza di una graduale azione di fattori potenzialmente dannosi presenti in ambito lavorativo. In caso d’infortunio, gli effetti si manifestano invece subito dopo l’incidente occorso; si tratta di un evento immediato che causa un danno al lavoratore. Facciamo degli esempi:
- Un lavoratore che casca dalle scale mentre si dirige verso la sua stanza d’ufficio, è un infortunio sul lavoro;
- Un lavoratore che opera in presenza di anidride solforosa e sviluppa una congiuntivite, è una malattia professionale (perché dovuta al contatto con l’anidride solforosa).
I Datori di Lavoro devono tutelare i propri dipendenti da possibili patologie professionali; a tal riguardo devono essere effettuare visite mediche aziendali.
Dopo quanto tempo si manifesta una malattia professionale?
Un aspetto che caratterizza le malattie professionale è il periodo di tempo che intercorre tra la prima esposizione e l’insorgere dei disturbi. In base alla latenza è possibile classificare le patologie correlate al lavoro distinguendo tra:
- latenza breve o brevissima: i disturbi si manifestano a distanza di giorni o mesi e i metodi per accertare tali malattie sono gli stessi adottati in caso di infortuni sul lavoro;
- latenza media: la malattia si avverte dopo alcuni anni;
- latenza lunga: la manifestazione della malattia è dell’ordine di molti anni o anche decenni.
Malattie professionali tabellate e non tabellate
Quando si denuncia una malattia professionale, è bene consultare le tabelle precompilate dall’INAIL per verificare se la patologia rientra tra le cosiddette “tabellate”; quest’ultime sono malattie per le quali il lavoratore non deve dimostrare che sono dovute alla mansione esercitata. Il lavoratore che vuole sporgere denuncia, deve semplicemente attestare di aver svolto una determinata mansione e di avere effettivamente contratto la patologia. Per tutte le altre malattie non presenti nelle tabelle INAIL, invece, bisogna dimostrare che siano effettivamente dovute all’attività svolta; tuttavia, se riconosciute, andranno a pesare ovviamente come quelle tabellate. Tramite la consulenza di esperti medico-legali, si può stabilire se la malattia sia dovuta al lavoro e presentare la domanda all’INAIL per ottenere il risarcimento economico. L’INAIL, dopo aver ricevuto la denuncia di malattia professionale, accerta la tipologia di malattia e la mansione svolta dal lavoratore che può averla provocata. Il lavoratore deve denunciare la malattia professionale al datore di lavoro entro 15 giorni dal momento in cui appare, allegando il certificato medico che consente all’INAIL di intraprendere la procedura. Ciò non vuol dire che dopo 15 giorni non è possibile la denuncia, ma in questo caso l’indennità inizia dal giorno della denuncia e non dal giorno in cui la patologia è insorta. In situazioni di ricovero ospedaliero sarà la struttura stessa a trasmettere la copia del certificato sia all’INAIL sia al Datore di Lavoro.
Disturbi per la salute correlati al lavoro: quali sono le cause?
Molte malattie dovute all’attività svolta possono mettere a rischio la salute dei lavoratori. E’ bene prestare attenzione ai seguenti fattori di rischio:
- Agenti chimici pericolosi;
- Agenti biologici;
- Radiazioni;
- Vibrazioni (al corpo intero e al sistema mano-braccio);
- Fonti rumorose;
- Movimentazione manuale di carichi;
- Lavoro sedentario;
- Stress.
È importante monitorare i rischi presenti sul posto di lavoro e adottare le adeguate misure preventive e protettive.
Disturbi muscolo scheletrici: la prevenzione sul lavoro
Quando si parla di disturbi muscolo-scheletrici correlati allo svolgimento di una mansione si indicano tutte quelle condizioni di malessere fisico che riguardano le ossa, i muscoli, i legamenti e i nervi dei soggetti coinvolti. Tipici disturbi osservati sono il tunnel carpale, le tendiniti, il gomito del tennista e i dolori al collo. Queste situazioni si creano perchè il corpo è sottoposto ad uno stress più o meno intenso, generalmente in seguito a sforzi (es. lo spostamento di un carico troppo pesante) o ad un movimento errato ripetuto nel tempo. I disturbi muscolo scheletrici potrebbero essere accentuati a causa della fornitura di dispositivi o postazioni non adatti alla specifica attività svolta. Ovviamente, con l’aumento dell’età delle persone impiegate in ambito lavorativo, l’insorgenza di tali disturbi è all’ordine del giorno. Si pensi che quasi i due terzi delle malattie professionali riscontrate sono disturbi muscolo scheletrici; al secondo posto, invece, vi sono le malattie da stress lavoro correlato. Questi dati non sono casuali dato che il peggioramento delle condizioni di salute di un lavoratore influisce sullo stress; al tempo stesso, l’aumento dell’insorgenza di situazioni stressanti va ad incidere sul benessere psico-fisico del lavoratore. Normalmente i disturbi muscolo scheletrici interessano una parte specifica del corpo e il sintomo più comune è rappresentato dal dolore. Possono essere coinvolti la schiena, il collo, le spalle e i polsi. Con il passar del tempo, se non curato, il dolore si accentua. Quando ciò si verifica, il benessere fisico e mentale del lavoratore si riduce notevolmente così come la sua produttività. La causa di dei disturbi muscolo scheletrici potrebbe essere imputabile ad un movimento scorretto che il lavoratore ha effettuato per settimane, mesi o anni (per tale ragione, molti non sono realmente coscienti del problema fino a quando non avvertono il dolore). E’ importante la prevenzione su posto di lavoro: l’European Agency for Safety & Health at Work (EU-OSHA) ha condotto una campagna, nel triennio 2020-2022, in merito alla prevenzione dei disturbi muscolo-scheletrici. Le aziende devono valutare al meglio i rischi presenti in ambito lavorativo, con lo scopo di rilevare eventuali situazioni rischiose correlate ai disturbi muscolo-scheletrici, valutarle e minimizzare i rischi tramite misure tecnico-organizzative e provvedere alla formazione dei lavoratori.
I disturbi più comuni per gli impiegati
Le malattie tipiche degli impiegati sono generalmente dovute ad un’errata postura durante lo svolgimento della propria mansione. Potrebbero dunque manifestarsi forti dolori osteoarticolari (schiena, polsi, dita) e affaticamento visivo. Vediamo ora le principali malattie del lavoratore dipendente che siede su una scrivania e le misure di prevenzione da adottare per evitarle. Stare in ufficio tutti i giorni potrebbe essere pericoloso per la salute fisica e mentale del lavoratore. Nei soggetti che lavorano al videoterminale potrebbe manifestarsi la sindrome del tunnel carpale, con intorpidimento e formicolio (anche notturno) alla mano e al polso; il dolore è dovuto alla compressione o schiacciamento del nervo mediano, che si estende dall’avambraccio alla mano, responsabile dei movimenti di tutte le dita, eccetto il mignolo. I disturbi muscolo scheletrici per chi lavora diverse ore al giorno seduto davanti al pc sono all’ordine del giorno. La prevenzione è importante: in ufficio dovrebbero essere messi a disposizione diversi accessori utili, come poggiapolsi e poggiapiedi, per evitare tensioni ed irrigidimento di muscoli e tendini. Ad esempio, cambiare spesso posizione sulla sedia durante le ore lavorative, cercare di spezzare la monotonia con lo svolgimento di alcune funzioni in movimento o in piedi, approfittare di ogni singola pausa per sgranchire le gambe e sciogliere i muscoli in tensione, preferendo una pausa lunga ogni due ore invece di piccole pause di continuo. Un altro aspetto da non sottovalutare è l’affaticamento visivo da computer (il termine scientifico è “astenopia”), che si potrebbe manifestare con secchezza oculare, visione annebbiata, fastidio alla luce a fine giornata, ecc. E’ fondamentale fare 15 minuti di pausa ogni due ore di lavoro continuativo al pc.
Stress da lavoro e disturbi correlati
Al giorno d’oggi lo stress è un fenomeno sempre più legato al lavoro. Tra le mansioni colpite, possiamo citare i controllori di volo, gli autisti, i videoterminalisti e gli insegnanti. Buona parte delle giornate di lavoro non produttive è dovuta allo stress, che rappresenta una patologia tipica dei paesi industrializzati, dati i ritmi frenetici a cui si è sottoposti; non è sempre facile infatti dedicare del tempo per noi stessi se abbiamo troppi impegni lavorativi. I rischi psico-sociali dovuti al lavoro non devono essere sottovalutati perché incidono sull’efficienza lavorativa. Vediamo ora quali potrebbero essere le cause dello stress. Lo stress si potrebbe avvertire nel caso in cui un lavoratore non riesca a far fronte alle richieste lavorative nei suoi confronti. Vi sono inoltre alcune categorie di lavoratori, come quelli che effettuano lavori notturni, che sono particolarmente a rischio. Inizialmente il nostro corpo cerca di reagire alla situazione stressante resistendo agli effetti che questa comporta, ma poi entra in una fase di esaurimento, facendo così emergere i disturbi dello stress da lavoro. Il soggetto potrebbe sentirsi stressato a causa della precarietà del lavoro, per un eccessivo carico di lavoro, per eventuali conflitti con i colleghi o il Datore di Lavoro oppure per la mancanza di tempo da dedicare alla vita privata. Non è detto, inoltre, che il lavoro svolto sia adatto alle proprie capacità e ciò potrebbe creare ansia; anche una realtà lavorativa poco stimolante potrebbe comportare un forte stress. Un lavoratore stressato potrebbe essere nervoso, avere difficoltà di concentrazione, disturbi del sonno, mal di testa, tensione muscolare, senso di stanchezza generale, ecc.