Esame del fondo oculare: di cosa si tratta?
L’esame del fondo oculare è un test diagnostico di routine effettuato dall’oculista.
Consiste nel controllo del fondo dell’occhio (la parte posteriore del bulbo oculare) al fine di rilevare possibili disturbi, come il distacco della retina o la degenerazione maculare dovuta alla vecchiaia. Viene effettuato tramite apparecchiature che non recano alcun danno al paziente. L’oculista si serve dunque di un oftalmoscopio con lampada a fessura con lo scopo di ispezionare l’interno dell’occhio (corpo vitreo, retina e nervo ottico). Per avere una visione ottimale dell’interno dell’occhio è importante che le pupille siano dilatate attraverso la somministrazione, 15-20 minuti prima dell’esame, di qualche goccia di collirio midriatico. L’esame del fondo oculare dura circa 5-10 minuti per occhio. Al termine della visita, il paziente potrebbe avere, nel caso sia stato utilizzato il collirio, una visione offuscata per qualche ora. Questo esame diagnostico consente all’oculista di osservare attentamente la parte posteriore del bulbo oculare, in particolare la cavità vitreale del bulbo, dove sono situati il corpo vitreo, la testa del nervo ottico, la retina centrale (detta anche macula) e quella periferica.
A cosa serve l’esame del fondo oculare?
Tramite l’esame del fondo oculare si possono rilevare eventuali patologie che riguardano la retina e il nervo ottico, come ad esempio la degenerazione maculare che si avverte con l’età, la retinopatia diabetica e il distacco della retina. Con questo esame è inoltre possibile osservare l’influenza di altre patologie come i tumori del cervello. E’ indicato per lo screening di malattie che colpiscono gli occhi oppure per diagnosticare disturbi a carico della retina, del nervo ottico o del corpo vitreo, tra le quali:
- papilledema: rigonfiamento della papilla del nervo ottico, che riflette un sottostante aumento della pressione intracranica, un’emergenza di tipo medico;
- danni della coroide e della retina recati da infezioni quali candidosi, toxoplasmosi, istoplasmosi, tubercolosi miliari, infezione da citomegalovirus;
- problematiche dei vasi sanguigni, specialmente nel caso di soggetti diabetici (retinopatia diabetica) o un’ipertensione arteriosa non tenuta sotto controllo (pressione alta);
- glaucoma;
- distacco della retina;
- tumore oculare;
- cataratta (perdita di trasparenza del cristallino nell’occhio);
- distacco posteriore del corpo vitreo.
L’esame risulta piuttosto importante in caso di fattori di rischio e patologie che non riguardano necessariamente gli occhi, come ad esempio:
- ipertensione,
- diabete
- altre patologie che colpiscono i vasi sanguigni.
La prevenzione degli occhi è importante: secondo le stime delll’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), i ciechi nel mondo sono 36 milioni e gli ipovedenti 217 milioni, dei quali circa il 90% abita nei Paesi in via di sviluppo.
Come si svolge l’esame del fondo oculare?
Durante l’esame del fondo oculare il paziente viene osservato mediante strumenti ottici specifici, tra i quali l’oftalmoscopio, dopo l’applicazione di alcuni specifici colliri che hanno la funzione di far dilatare la pupilla. Durante la visita è richiesto al paziente di guardare verso posizioni differenti, in modo tale da rendere fattibile l’esplorazione dell’intero segmento posteriore dell’occhio. L’esame non comporta dolore; l’unico fastidio può essere dovuto al fascio luminoso che viene immesso nell’occhio per effettuare l’esplorazione. Il senso di abbagliamento può persistere per circa tre ore dal momento in cui viene dilatata la pupilla. All’esplorazione può fare seguito una foto del fondo oculare, acquisita con la stessa metodologia. L’esame del fondo oculare dura pochi minuti. Può avere maggiore durata, però, a seconda della situazione specifica, delle patologie riscontrate o delle modalità impiegate per evidenziare lo stesso fondo oculare. Prima dell’esecuzione di tale visita medica, il paziente deve riferire al medico se affetto da pressione alta o se è cardiopatico oltre all’esistenza di eventuali allergie a particolari colliri, così che se ne possano somministrare altri.
Affaticamento degli occhi e prevenzione per chi sta al pc
L’affaticamento oculare è tra i principali problemi correlati alla vista, in particolare se si trascorrono diverse ore di fronte ad un monitor. Per evitarlo o ridurlo al minimo, possiamo vedere qualche raccomandazione:
- fare delle pause durante il giorno: la normativa vigente prevede 15 minuti di pausa ogni due ore di lavoro continuativo al computer per chi utilizza quest’ultimo per almeno 20 ore settimanali (durante la pausa, il lavoratore deve distogliere lo sguardo dal pc oppure dai dispositivi elettronici);
- regolare in modo opportuno l’illuminazione dello schermo e quella della stanza: è da preferire la luce naturale rispetto a quella artificiale (evitare di lavorare in condizioni di scarsa luminosità e utilizzare, se necessario, occhiali protettivi provvisti di lenti contro le luci blu);
- in caso di secchezza oculare, sono utili le lacrime artificiali, che lubrificano il bulbo;
- posizionare lo schermo del pc in modo perpendicolare alla finestra, onde evitare abbagliamenti o riflessi sullo stesso;
- utilizzare una tastiera che abbia un buon contrasto tra simboli e colore;
- scegliere accuratamente gli occhiali da vista e provvedere alla pulizia frequente delle lenti, in modo corretto, per avere una performance visiva migliore (per la pulizia, affidarsi a panni in microfibra o a salviette, evitando di utilizzare il lembo della camicia o le magliette, perché si potrebbero verificare dei piccoli graffi che rovinano l’occhiale non solo esteticamente, ma disperdono la luce e stancano l’occhio).
In base al Decreto Legislativo 81/08, i Datori di Lavoro devono sottoporre a visite mediche i videoterminalisti (lavoratori che operano al computer per almeno 20 ore settimanali), ottenendo da parte del Medico Competente aziendale le idoneità al lavoro.
Visiotest: la visita per i videoterminalisti
Il visiotest è quella tipologia di visita specialistica che il Medico Competente aziendale incaricato da parte del Datore di Lavoro, è tenuto a fare per tutti coloro che rientrano nella così detta categoria dei videoterminalisti. Sono lavoratori soggetti ai rischi speciali così come definiti dall’art. 176 del D. Lgs.81/2008. Il Medico Competente deve valutare possibili disturbi alla vista e agli occhi per i videoterminalisti. In ottemperanza alle disposizioni previste dall’art.41 D.Lgs.81/2008, lo scopo di questo accertamento sanitario è quello di stabilire l’idoneità o la non idoneità del lavoratore alle mansioni che prevedono l’utilizzo di videoterminali. Ogni quanto fare la visita medica? Dipende dal tipo di idoneità che la persona ha ricevuto: per i lavoratori con una idoneità che presenta limitazioni o restrizioni o che abbiano oltre i 50 anni età, la visita è biennale, mentre, per tutti gli altri, va effettuata ogni 5 anni. Nei casi di non idoneità temporanea, il medico deve concordare la periodicità degli incontri. Lo strumento utilizzato a tal riguardo è il visiotest, che permette, con un solo esame, di valutare i parametri base legati della vista; grazie a questo test è possibile misurare e monitorare dunque eventuali danni causati dall’utilizzo dei videoterminali in azienda. Si fa presente che il costo di ogni visita medica finalizzata alla tutela della salute e sicurezza del lavoratore è a totale carico del Datore di Lavoro, il quale non può, in alcun caso, chiedere contributi in denaro ai dipendenti.
Come scegliere l’occhiale giusto per noi?
Al momento della scelta delle lenti degli occhiali da vista è fondamentale prendere in considerazione le nostre esigenze, individuando quelle ad hoc. Utilissimo è il trattamento antiriflesso, che consente di ridurre i riflessi e favorire la performance della lente. Se la persona che le deve indossare trascorre diverso tempo della giornata davanti al pc, si può optare per delle lenti contro le luci blu. Per chi è molto miope sono consigliabili lenti spesse; per evitare però il classico risultato a “fondo di bottiglia”, si possono richiedere delle lenti asferiche, che hanno uno spessore ridotto e dunque sono migliori dal punto di vista estetico. Per quanto riguarda la montatura, anche questa va scelta con molta attenzione per evitare di affaticare l’occhio. Ad esempio, la montatura non deve pesare troppo sul naso, deve essere ben accostata al volto, posizionata in modo tale che non vi sia troppa distanza tra la lente e l’occhio. La scelta della montatura va fatta in base al deficit visivo di chi la indossa. Chi è molto astigmatico (superiore alle due diottrie) non dovrebbe acquistare montature perfettamente tonde, adatte invece in caso di ipermetropie elevate. Con il passar del tempo, infatti, le lenti potrebbero di poco ruotare, andando a non correggere più il deficit visivo. Chi soffre di miopia elevata dovrebbe invece ricorrere a piccole montature, dotate di lenti sottili nella zona centrale (senza l’effetto “fondo di bottiglia”). E’ importante scegliere una montatura comoda e piacevole ai nostri occhi: la scelta va fatta anche dal punto di vista estetico, in base ai colori e forme che più ci piacciono. Per chi ha un viso tondo, ad esempio, si consiglia una montatura “a gatto”, in modo da allungare i lineamenti del volto. Per un viso squadrato, sono adatte invece montature dalla forma arrotondata, che rendono più morbidi i lineamenti. Altro aspetto da valutare è il rapporto tra la montatura e le sopracciglia: queste ultime dovrebbero essere sempre al di sopra. L’errore che non si deve compiere è quello di indossare una montatura che vada a coprire le sopracciglia o che le includa al suo interno. L’occhiale deve inoltre adattarsi anche con la forma del vostro viso: non deve ad esempio poggiarsi sugli zigomi, altrimenti potrebbe dar fastidio a chi lo indossa mentre dialoga o sorride.