Incendio e conseguenze sull’uomo
L’incendio è un fenomeno che può verificarsi in ogni posto di lavoro, al chiuso o all’aperto, andando a generare fiamme, calore, fumo e gas. Si verifica se sono contemporaneamente presenti tre elementi (le “tre C” o triangolo del fuoco):
- combustibile (materiale infiammabile)
- comburente (ruolo svolto usualmente dall’ossigeno)
- fonte d’innesco
È facilmente intuibile la gravità dei danni di un incendio, sia su persone e animali che su cose. I tipici effetti dell’incendio sul corpo umano sono i seguenti:
- riduzione del tasso di ossigeno nell’aria
- intossicazione da fumi
- scarsa visibilità
- azione termica
Si fa presente che il calore è dannoso per le persone perché potrebbe comportare la disidratazione dei tessuti, ustioni, difficoltà o blocco della respirazione. Tra gli effetti collaterali vi sono la diminuzione dei movimenti muscolari, mal di testa, vertigini, affaticamento, nausea, vomito. Si pensi, inoltre, alla limitata visibilità dovuta ai fumi, che insieme all’eventuale crollo di parti della struttura in cui ci si trova, possono comportare infortuni, in particolare fratture e ferite di qualsiasi entità.
Corsi antincendio obbligatori
Il rischio incendio riguarda ogni realtà lavorativa, ma con probabilità differenti; ad esempio, è più probabile che avvenga in luoghi a contatto con prodotti chimici infiammabili piuttosto che negli uffici e in altri ambienti a basso rischio. Da ciò si evince l’importanza della sicurezza antincendio e della messa in atto di idonee procedure di emergenza. I Datori di Lavoro devono essere al corrente del livello del rischio incendio della propria realtà lavorativa, per poter adottare misure ragionevoli per minimizzare tale rischio. Non solo è importante per la tutela dei lavoratori, ma vi è un obbligo di legge. Le aziende devono gestire al meglio il rischio mettendo a disposizione adeguate attrezzature antincendio, e formando i lavoratori incaricati, tramite corsi di formazione per addetti all’antincendio. Tale addetto deve essere formato, ai sensi del D.lgs.81/08. Per le imprese fino a 5 lavoratori, tale figura può essere anche il Datore di Lavoro. La normativa prevede anche l’iscrizione ad un corso di aggiornamento per addetto all’antincendio obbligatorio con periodicità pari a tre anni. La normativa antincendio classifica le aziende in base a tre livelli di rischio: basso, medio o alto. I lavoratori devono frequentare appositi corsi in merito. La formazione per il medio ed alto rischio incendio prevede prove pratiche con l’utilizzo degli estintori. L’addetto all’antincendio, al termine del percorso formativo, dovrà:
- conoscere le modalità di utilizzo degli estintori;
- allertare i Vigili del Fuoco in caso di necessità;
- conoscere le tecniche di evacuazione da adottare in caso di incendio.
Piano di emergenza
Il Piano di Emergenza ed evacuazione è previsto nei seguenti casi:
- aziende con almeno 10 dipendenti;
- aziende soggette al controllo periodico dei Vigili del Fuoco, che appartengono alle attività di cui all’Allegato I del D.P.R. n.151/11.
L’obiettivo principale è definire le responsabilità e le procedure da attuare in situazioni di emergenza. Viene redatto per prevenire o limitare i danni alle persone, ai beni e alla struttura dell’edificio, e coordinare gli interventi del personale a tutti i livelli, definendo in modo chiaro i comportamenti che ognuno deve adottare per salvaguardare la propria incolumità e il luogo in cui opera. Nel piano di emergenza dovranno essere indicate:
- tutte le azioni da mettere in atto in una situazione di emergenza;
- le procedure per l’evacuazione dell’ambiente;
- le specifiche di assistenza per i disabili;
- le persone che devono controllare l’attuazione delle procedure previste.
Prevenzione e protezione antincendio
Tutte le aziende devono individuare misure di prevenzione e protezione antincendio specifiche. Riportiamo alcuni esempi:
- organizzare un sistema di uscite di emergenza, da mantenere sempre in ottimo stato;
- allestire idonei sistemi di segnalazione d’incendio;
- installare un sufficiente numero di estintori, impianti di spegnimento automatico e/o manuale d’incendio in tutte le zone a rischio;
- assicurare che ogni attrezzatura antincendio spossa essere utilizzata all’occorrenza;
- sottoporre a regolari controlli i dispositivi di rivelazione e di allarme incendio;
- iscrivere i lavoratori ad apposita formazione, in modo tale che vengano a conoscenza del rischio d’incendio legato all’attività svolta, delle misure preventive adottate, vie d’uscita, procedure da adottare in caso d’incendio, esercitazioni di evacuazione, ecc.
Incendio e lavoro: le accortezze
Un incendio può essere provocato da cause naturali (un fulmine), fiamme libere (operazioni di saldatura), particelle incandescenti (braci), scintille di origine elettrica, elettrostatica, urti violenti o purtroppo per mano dell’uomo. Vediamo ora qualche accortezza da tener presente per evitare possibili incendi:
- non depositare materiali infiammabili sopra o in prossimità degli apparecchi di riscaldamento (es. stufetta a gas).
- Il personale aziendale deve essere a conoscenza del corretto utilizzo delle attrezzature elettriche;
- Non sovraccaricare prese multiple;
- Ogni riparazione elettrica deve essere intrapresa da persone qualificate.
Tutti gli apparecchi di illuminazione emanano inoltre calore e possono essere causa di incendio. Le aziende devono identificare le aree di lavoro dove il fumo delle sigarette potrebbe generare un incendio e disporne il divieto. Nelle zone in cui si può fumare deve esserci il portacenere. Deve esserci il divieto di fumo in prossimità di materiali facilmente infiammabili. Per quanto riguarda eventuali rifiuti, non devono essere depositati, neanche temporaneamente, lungo vie di esodo o dove possono entrare in contatto con fonti d’innesco. L’accumulo di scarti di lavorazione deve essere evitato: bisogna rimuoverlo ogni giorno e posizionarlo in luogo apposito, fuori dall’edificio.
Come si estingue un incendio?
Un incendio può essere estinto per esaurimento del combustibile, soffocamento o raffreddamento. Andiamo a vedere ora quali sono le sostanze estinguenti più comuni. L’acqua è la sostanza estinguente diffusa e risulta molto efficiente per estinguere incendi di materiali solidi combustibili, ma non va utilizzata in presenza di apparecchiature elettriche in tensione e trova impego negli idranti. Le schiume risultano invece indicate per estinguere incendi non vanno utilizzate su apparecchiature elettriche in tensione. Sono adatte per estinguere incendi di materiali liquidi e solidi combustibili. Sono costituite da una miscela di acqua, liquido schiumogeno e aria o altro gas inerte. Per quanto riguarda le polveri, sono costituite da miscele di sostanze chimiche (particelle solide finissime a base di bicarbonato di sodio, potassio, fosfati e sali organici), agiscono per soffocamento e sono davvero efficaci. L’anidride carbonica agisce sugli incendi per raffreddamento (il getto dell’estintore esce a -80°C) ed è indicata in presenza di liquidi e gas. È sempre possibile agire sul principio d’incendio anche utilizzando la coperta antifiamma, con un semplice gesto, senza ricorrere a sostanze particolari. Questa è molto utile in occasione di incendio in cui l’uso di estintori andrebbe a peggiorare la situazione, specialmente sulle persone (l’estintore potrebbe portare al soffocamento/congelamento). In genere l’intervento con la coperta costringe la persona ad avvicinarsi alle fiamme: si raccomanda l’uso di guanti anticalore incombustibili e una maschera facciale.
Gestione delle emergenze
Gestire le emergenze è un obbligo per le aziende (capo III sezione VI del D.lgs.81/08). Il Datore di Lavoro deve organizzare l’evacuazione urgente, la lotta all’antincendio e al primo soccorso. Il personale incaricato della gestione delle emergenze dovrà essere idoneamente formato in merito al compito da svolgere. Il ruolo deve essere svolto da personale interno all’azienda. I lavoratori designati possono rifiutarsi solo in caso di problematiche importanti. Gli incaricati devono essere opportunamente formati e dotati delle attrezzature adeguate (compresi i dispositivi di protezione individuale). Il Datore di Lavoro deve impartire idonee disposizioni da adottare in caso di emergenza:
- deve essere chiaro a tutti i lavoratori cosa fare e chi deve farlo, qualora si verifichi un incendio, un infortunio lavorativo, ecc.;
- dovrà essere chiaro chi deve allertare i servizi di emergenza esterni, chi deve coordinare l’evacuazione dei lavoratori, i punti di ritrovo, ecc.
Tutti i lavoratori incaricati di tali compiti dovranno essere idoneamente addestrati.
I prodotti dell’incendio
Un incendio genera fiamme, calore, fumi e gas. La fiamma è un fenomeno tipico della combustione; si può risalire alla temperatura a partire dal colore. Un metodo simile è utilizzato dai pompieri per stimare la temperatura all’interno di un fuoco osservando il colore delle fiamme prodotte. In generale, l’area più fredda di una fiamma a combustione incompleta è rossa; a seguire abbiamo quella arancio, gialla e bianco-azzurra. Una temperatura dell’aria di circa 150°C è da ritenere la massima sopportabile sulla pelle per brevissimo tempo. Il fumo è tossico/irritante e causa danni gravi e la morte. Può dunque portare rapidamente a inabilità e perdita di coscienza. Può contenere ossidi di zolfo che con l’umidità generano acido solforico, acido cloridrico e acido fluoridrico. I composti organici, in particolare gli idrocarburi policiclici aromatici sono causa accertata di tumori. Il colore del fumo dipende dal tipo di combustibile: varia a seconda del materiale che brucia; ciò è utile ad individuare il tipo di combustibile. Non devono essere sottovalutati i gas che si generano durante un incendio: molti decessi avvengono a causa della loro inalazione. I gas che si generano dipendono da ciò che brucia e dalla temperatura che viene raggiunta. Si tratta di anidride carbonica, monossido di carbonio, idrogeno solforato, anidride solforosa, ecc. Il monossido di carbonio (CO) è un gas velenoso particolarmente insidioso in quanto inodore e insapore. È molto tossico e presente in grandi quantità negli incendi, specialmente al chiuso e scarsamente ventilati, con poco ossigeno. È velenoso: in caso di inalazione penetra nel sangue al posto dell’ossigeno, generando un senso di malessere, rallentamento dei riflessi, fiacchezza e debolezza muscolare. Il pericolo dipende dalla la concentrazione del gas.