Movimenti ripetitivi con peso basso: i danni per i lavoratori

Cosa sono i movimenti ripetitivi degli arti superiori?

rischi movimentazione manuale carichiI movimenti ripetitivi riguardano una ripetizione ad alta frequenza di movimenti o cicli di gesti uguali, con sforzo muscolare degli arti superiori. La medicina del lavoro si è concentrata proprio sul problema per il sistema muscoloscheletrico dei movimenti ripetitivi. In particolare, si potrebbero manifestare danni per la salute a carico della spalla, del gomito, del polso e della mano, dovute a posture scorrette, a movimenti continui e ripetitivi degli arti superiori. Possiamo compiere movimenti composti (stesso arto) come flessione e torsione, slancio e torsione, ecc. Il movimento si dice “combinato” se coinvolge contemporaneamente due o più arti.

Attività con movimentazione frequente di carichi leggeri

Vediamo ora alcuni esempi di settori in cui i lavoratori effettuano attività con movimentazione frequente di carichi leggeri:

  • magazzino e logistica: imballaggio di prodotti leggeri, preparazione degli ordini in un magazzino, carico e scarico di merci di peso basso;
  • produzione leggera: assemblaggio di pezzi leggeri su linee di produzione, movimentazione di carichi leggeri durante la produzione;
  • settore alimentare: confezionamento di cibi in scatole o pacchetti leggeri; movimentazione di scatole di generi alimentari.

Dunque, non c’è settore in cui la norma UNI ISO 11228-3 non sia applicabile. Ciò richiede attenzione alla sicurezza sul lavoro in ogni ambito.

Movimentazione frequente di piccoli carichi: i danni per la salute

Molte aziende in cui i lavoratori sono impegnati in catene di montaggio, assemblaggio, confezione, cassa, ecc. richiedono posizioni operative fisse, spesso associate a movimenti ripetitivi degli arti superiori. Il rischio da movimenti ripetitivi è presente in molti settori industriali, in agricoltura, nei servizi e nel settore artigianale. La movimentazione ad alta frequenza di oggetti di peso ridotto, comporta rischi di insorgenza di patologie da sovraccarico biomeccanico interessanti le strutture osteoarticolari, muscolotendinee e nervovascolari. I principali disturbi che possono comparire sono:

  • senso di peso/fastidio, dolore, intorpidimento, rigidità al collo e alla schiena;
  • formicolii, intorpidimento, perdita di forza, impaccio ai movimenti;
  • caduta spontanea di piccoli oggetti dalle mani, perdita di forza, ecc.

Sono spesso la conseguenza della degenerazione dei dischi della colonna vertebrale, dell’affaticamento muscolare o dell’infiammazione delle strutture tendinee e nervose degli arti superiori. I movimenti ripetuti e frequenti sono faticosi e sovraccaricano il corpo in modo squilibrato. Ne derivano assenze dovute a disturbi fisici e una maggiore percentuale di errori. Si fa presente che una buona parte delle patologie denunciate all’INAIL (Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro) sono correlate ad attività lavorative comportanti movimenti ripetuti degli arti superiori; per questo motivo è bene continuare a mantenere alta l’attenzione sulle tematiche relative al sovraccarico biomeccanico degli arti superiori. Le attività lavorative comportanti tali movimenti sono responsabili di un elevato numero di patologie a carico dei vari distretti articolari. Lo svolgimento di compiti ripetitivi può inoltre ridurre la produttività. I rischi per la salute correlati possono essere classificati in due grandi gruppi:

  • sindromi infiammatorie muscolo-tendinee, quali le tendiniti della spalla, del gomito e del distretto mano-polso;
  • sindromi da intrappolamento dei nervi periferici, fra cui la sindrome del tunnel carpale.

UNI ISO 11228-3: valutazione del rischio da movimenti ripetuti

La norma tecnica UNI ISO 11228-3, “Ergonomics – Manual handling – Part 3:
handling of low loads at high frequency”, relativa alla movimentazione di carichi leggeri ad alta frequenza, appartiene alla serie UNI ISO 11228, che tratta anche le operazioni di sollevamento e trasporto e quelle di spinta e traino di un carico. È una norma internazionale adottata a livello nazionale dall’Ente Nazionale Italiano di Unificazione (UNI). Si applica specificamente ai movimenti ripetuti degli arti superiori e fornisce linee guida per la valutazione del rischio e la progettazione di attività che coinvolgono movimenti ripetitivi. Non è rivolta alle attività legate al sollevamento, trasporto, spinta o traino o al sostegno statico di carichi. Lo scopo è garantire la sicurezza e il benessere dei lavoratori, proteggendoli da problemi muscolo-scheletrici. La norma fornisce un elenco di protocolli di valutazione, tra i quali il metodo OCRA, che permette di calcolare un indice, in base a diversi fattori di rischio.

Norma UNI ISO 11228-3: come migliorare le condizioni di lavoro

Le aziende possono utilizzare la norma UNI ISO 11228-3 come riferimento per valutare e migliorare le condizioni di lavoro. Ecco alcuni modi in cui la norma può essere applicata:

  • Valutazione del rischio: le aziende possono utilizzare i criteri forniti nella norma per valutare il rischio legato alle attività di sollevamento manuale e identificare le aree in cui è necessario apportare miglioramenti.
  • Progettazione dei luoghi di lavoro: la norma può essere utilizzata per la progettazione degli ambienti lavorativi, minimizzando i rischi di sollevamento manuale. Si pensi, ad esempio, alla progettazione di dispositivi di sollevamento o la pianificazione di layout aziendali ottimizzati.
  • Formazione e sensibilizzazione: le linee guida della norma possono essere trattate nei corsi di formazione per i lavoratori, per educarli ad operare al meglio.
  • Monitoraggio e revisione: le aziende possono adottare la norma per monitorare le loro pratiche di sollevamento manuale e apportare eventuali modifiche.

Metodo OCRA per valutare i rischi da movimenti ripetitivi

La metodologia principalmente adottata per la valutazione dei rischi da movimenti ripetitivi si basa su una check list OCRA. Vengono considerati dunque i seguenti fattori di rischio: frequenza delle azioni, forza, posture incongrue, stereotipia, durata del compito ripetitivo, carenza di periodi di recupero ed elementi complementari. La loro rilevanza dipende molto dal tempo di esposizione. L’indice OCRA è ricavato dal rapporto tra il numero delle azioni effettivamente svolte in un turno di lavoro ed il corrispondente numero di azioni raccomandate (tenuto conto dei diversi fattori di rischio).

Movimenti ripetitivi: azioni di prevenzione e protezione

Le conseguenze di movimenti ripetitivi e monotoni possono essere mitigate adottando misure di prevenzione, che ora andiamo a spiegare meglio. Questo è il breve decalogo per la riduzione dei rischi da movimenti ripetitivi che dovrebbero mettere in atto i lavoratori:

  • eseguire le azioni come appreso;
  • usare il più possibile entrambi gli arti;
  • non aggiungere azioni inutili;
  • evitare movimenti bruschi;
  • controllare che gli strumenti impiegati non provochino compressioni, arrossamenti, bolle, callosità sulle mani e sulle dita;
  • non prendere carichi pesanti usando solo le dita;
  • se l’impugnatura di un attrezzo e l’esecuzione di più azioni costringono a piegare i polsi per un po’ di tempo, chiedere all’azienda di cambiare il tipo di impugnatura;
  • non compiere troppo velocemente le operazioni per finire prima del tempo;
  • lavorare spesso con le braccia sopra l’altezza spalle, soprattutto maneggiando pesi, può essere dannoso per i tendini delle spalle;
  • rivolgersi al Medico Competente aziendale quando si avvertono i primi sintomi, se legati alla propria mansione;
  • mettere a disposizione dei sostegni per gli avambracci, nel caso di lavori di precisione o che richiedano operazioni in posizione statica.

Si ricorda che nel Decreto Legislativo 81/08, all’art.15 si sottolinea che il Datore di Lavoro deve adottare le misure generali di tutela dei lavoratori che comprendono anche “il rispetto dei principi ergonomici nell’organizzazione del lavoro, nella concezione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e produzione, in particolare al fine di ridurre gli effetti sulla salute del lavoro monotono e di quello ripetitivo”. Per migliorare le condizioni di salubrità si devono mettere in atto misure organizzative, quali pause, turnazione, cambiamento di mansioni anche nell’arco della giornata, ecc., idonee a ridurre il rischio. Il datore di lavoro deve dunque provvedere, ove possibile, all’automatizzazione dei compiti più gravosi. L’automazione, però, non è sempre fattibile; in questo caso sarà opportuno riprogettare ergonomicamente le attività in base al risultato della valutazione del rischio, migliorando la postura, l’organizzazione del lavoro, tempi e modalità di svolgimento dei compiti, applicazione di forza, capacità individuali. Ulteriori rischi sono legati alla presenza di ostacoli situati tra il lavoratore e il punto in cui viene svolta l’attività manuale e all’esiguità degli spazi a disposizione: questi fattori condizionano la postura. La postazione di lavoro deve essere sufficientemente ampia e priva di ostacoli, al fine di ovviare a tali problemi. I banchi di lavoro, le sedie e gli arredi devono essere regolabili dal lavoratore secondo le proprie esigenze. Affaticamento e fenomeni micro-traumatici possono insorgere anche a causa di condizioni microclimatiche non ottimali. Basse temperature possono ostacolare la manipolazione degli oggetti (potrebbero comportare strappi muscolari). Anche una temperatura elevata e lavori in ambienti umidi possono aumentare l’affaticamento. Il luogo in cui si opera deve inoltre essere sufficientemente illuminato, onde evitare di assumere posture incongrue da parte del lavoratore. Il datore di lavoro dovrà:

  • formare e informare i lavoratori sui rischi relativi ai movimenti ripetitivi;
  • fornire ai lavoratori il corretto addestramento allo svolgimento della mansione in merito alle corrette manovre e procedure da adottare;
  • sottoporre i lavoratori a sorveglianza sanitaria in base ai risultati ottenuti dalla valutazione dei rischi.