Le ustioni: classificazione e trattamenti

Che cos’è un’ustione?

L’ustione è un danno alla pelle per l’esposizione a fonti di calore, sostanze chimiche pericolose (causticazione), sorgenti elettriche o radiazioni.
La classificazione comprende diverse tipologie in base alla profondità del danno e lo strato di pelle coinvolto. La pelle è infatti composta da tre strati importanti: l’epidermide (o lo strato esterno), il derma e i tessuti sottocutanei.
Le ustioni di primo grado interessano solo la parte più esterna della pelle, cioè l’epidermide; non presentano vescicole e sono caratterizzate da un colore rosso.
L’area interessata è dolorosa e diventa bianca in caso di contatto. Quelle di secondo grado vanno a toccare invece l’epidermide ed il derma, presentano flittene e sono contraddistinte da un colore rosso vivo.
Le ustioni di terzo grado sono pericolose perché interessano tutti gli strati della cute, andando a creare danni dunque all’epidermide, derma e ipoderma; queste possono presentare flittene e si riconoscono facilmente dal colore scuro o bianco avorio.
Vengono danneggiati dunque i nervi, i piccoli vasi sanguigni, i follicoli piliferi e le piccole ghiandole sudoripare.
Per queste ustioni si avverte una perdita localizzata della sensibilità dolorosa e la consistenza molliccia o dura dello spessore sottostante.
Nei casi più gravi si parla di un’ustione «di quarto grado», ma ci si riferisce a lesioni dei tessuti più profondi, come ad esempio muscoli o ossa.

Come viene trattata un’ustione?

Il trattamento deve essere specifico, in base all’entità del danno; se si tratta di un’ustione superficiale possono essere utili dell’acqua fredda da applicare sulla lesione e degli antidolorifici.
La maggior parte delle ustioni lievi può essere trattata a casa o al lavoro con buoni risultati, senza lasciare segni evidenti come cicatrici. Quelle di secondo grado devono essere protette da infezioni mediante garze.
Se ci fossero bolle, non debbono essere mai bucate. Le ustioni di terzo grado e le grandi ustioni necessitano di un trattamento medico prolungato; sono previsti anche interventi chirurgici, come gli innesti cutanei.
In caso di ustioni estese generalmente sono necessarie grandi quantità di liquidi per via endovenosa, dal momento che la risposta infiammatoria successiva si manifesta con formazione di edema e abbondanti perdite di fluido capillare. Non vanno trascurate perché potrebbero recare infezioni.

Dati statistici

L’Italia ogni anno conta oltre 100.000 persone che hanno avuto incidenti con ustioni; tra queste circa 10.000 vengono ricoverate in ospedale perché presentano ustioni estese o profonde; i decessi arrivano quasi a 500 casi l’anno e sono dovuti principalmente ad incendi (ustioni da fiamma).
Si fa presente che la maggior parte degli infortuni (70% dei casi) sono da ricondurre all’ambiente domestico e ricreativo.
Le grandi ustioni, come ben si sa, possono anche comportare la morte, anche se i moderni metodi applicati a partire dagli anni 60’ hanno migliorato in modo evidente la prognosi, in particolare per i giovani.
A livello mondiale, circa 11 milioni di persone l’anno necessitano di consultazione e trattamento da parte di un medico; purtroppo i decessi si aggirano intorno ai 300 000.
I tempi di guarigione dipendono da diversi fattori, quali la dimensione delle ustioni e l’età del paziente affetto; i più giovani hanno ovviamente maggior speranza di guarire rispetto ai soggetti più anziani.

Ustioni e prevenzione sul lavoro

Le ustioni sono fenomeno molto diffuso negli ambienti lavorativi, non solo in ambito domestico.
Attività a rischio sono tutte quelle che espongono all’utilizzo di attrezzature che producono calore o che prevedono l’utilizzo di fiamme libere. Sono coinvolti anche operai manutentori, cuochi, saldatori, baristi, ecc. E’ bene dunque utilizzare adeguati dispositivi di protezione individuali, quali maschere, guanti e tute ignifughe, per proteggersi al meglio da eventuali danni.
I datori di lavoro devono garantire in azienda adeguati livelli di sicurezza; in particolare devono provvedere all’informazione e alla formazione di tutti i lavoratori esposti a tale rischio; devono inoltre designare uno o più addetti incaricati ad intervenire in caso di infortuni, che dovranno frequentare obbligatoriamente specifici corsi di primo soccorso.
Per gli addetti già formati sono previsti corsi di aggiornamento con periodicità triennale.
Il soccorritore dovrà valutare prima di tutto la sicurezza dell’ambiente in cui si trova l’infortunato, individuando eventuali fonti pericolose per se stesso e per la vittima, e trasportare eventualmente la persona in una luogo più sicuro. Potrebbero esserci infatti fiamme o altri agenti ustionanti da allontanare tempestivamente.
Dovrà essere a disposizione di tutti i lavoratori una cassetta di primo soccorso.

Che cos’è un’ustione termica?

Le lesioni da ustioni termiche sono piuttosto comuni. Le scottature sono spesso causate dal contatto accidentale con liquidi bollenti, ad esempio per via delle bevande calde, dell’acqua di rubinetto ad alte temperature (anche nella doccia), per l’olio di frittura o per il vapore bollente.
I soggetti più colpiti sono i bambini di età inferiore ai cinque anni.
Si fa presente che anche i fuochi d’artificio sono causa di ustioni, specialmente negli adolescenti maschi.
La gravità dipende dal numero di strati della pelle coinvolti.

Ustioni chimiche

Il contatto con sostanze chimiche potrebbe essere causa di ustioni e contribuisce a ben il 30% delle morti correlate. Tantissime sono le sostanze chimiche pericolose coinvolte (oltre 25.000), gran parte delle quali sono basi forti (55%) acidi forti (26%). Molto spesso le morti per ustioni chimiche sono dovute ad ingestioni. Cause di infortuni sono l’acido solforico, contenuto nei prodotti di pulizia, l’ipoclorito di sodio (nella candeggina) e gli alogenuri alchilici (nei prodotti per togliere la vernice).
L’acido fluoridrico può essere responsabile di danni gravi, con sintomi che si manifestano solo a distanza di tempo dall’esposizione; si pensi anche all’acido formico che può portare alla rottura di un numero non indifferente di globuli rossi.

Che cos’è un’ustione elettrica?

Le ustioni elettriche si hanno in caso di folgorazione e comprendono quelle prodotte da alta tensione (maggiore o uguale a 1000 volt), da bassa tensione (inferiore a 1000 volt) o da ustioni recate da un arco elettrico.
Molti infortuni coinvolgono purtroppo i bambini, a causa di cavi elettrici (60%) e prese elettriche (14%).
Un fenomeno raro sono i fulmini: anche questi possono ustionare, specialmente per chi effettua attività di svago (alpinismo, corsa, golf) o lavori all’aria aperta. Le statistiche attestano che muore circa il 10% delle persone colpite dal fulmine.
L’elettricità è infatti un pericolo per l’uomo dal momento che, oltre ad essere causa di ustioni può recare anche fratture, lussazioni, aritmie cardiache, ecc.

Quando chiamare un medico

E’ necessario richiedere assistenza sanitaria in caso di ustioni con spessore parziale o totale che riguardano in particolare genitali, viso, orecchie, mani o piedi, indipendentemente dalle dimensioni.
Se si tratta però di un’ustione con grandezza superiore al palmo di una mano bisogna prima possibile intervenire, soprattutto se il dolore non è controllabile.
Un’ustione al viso potrebbe inoltre recare anche problemi respiratori: in questo caso si tratta di una vera e propria emergenza. Spesso è infatti correlata all’esposizione a fumi in una stanza chiusa.
Il medico andrà dunque a scegliere il trattamento migliore per il paziente sulla base della “Regola dei Nove”: uno strumento utile (una formula) che divide il corpo in sezioni, ognuna all’incirca del 9%.
Si determinerà quindi la parte di superficie bruciata.

Cosa non fare in caso di ustioni

  • Non rimuovere vestiti rimasti attaccati alla pelle: ciò andrebbe ad aggravare la situazione;
  • Non massaggiare l’area ustionata con creme o pomate non adatte, oppure disinfettanti;
  • Non applicare ghiaccio;
  • Non ricorrere a metodi fai da te: dentifricio, olio, burro, maionese ecc. potrebbero favorire l’insorgere delle infezioni;
  • Non rompere le bolle o vesciche, in particolare quelle sul palmo della mano o sulla pianta dei piedi;
  • Non comprimere l’ustione.
  • Il dolore può essere controllato con farmaci indicati, quali il Tylenol o l’Advil.

Cosa fare

  • Consultare un medico se la lesione ha difficoltà a guarire e chiamare l’ambulanza se si tratta di un’emergenza;
  • Togliere eventuali gioielli che potrebbero essere da ostacolo alla medicazione;
  • Esporre la zona lesa ad acqua corrente fresca (circa 15°C) o ricorrere ad impacchi di acqua fredda fino a quando il dolore non si allieva;
  • Evitare il contatto con acqua se l’ustione interessa sostanze chimiche: queste potrebbero reagire con l’acqua in moda da amplificare gli effetti dannosi;
  • Coprire delicatamente la zona interessata con garze o panni di cotone bagnati puliti (senza compressione!);
  • Mettere l’infortunato in posizione supina, a pancia in su, onde evitare l’ipotermia (riduzione della temperatura del corpo sotto i 35 gradi).

Sintomi e complicanze

I sintomi dipendono da quanto è profonda l’ustione, dall’estensione delle lesioni e dalla parte del corpo colpita. Le ustioni di primo grado recano dolore, con arrossamento e conseguente desquamazione della pelle; guarisco tranquillamente nel giro di pochi giorni, senza lasciare cicatrici, se trattate con cura.
I soggetti affetti da gravi ustioni potrebbero accusare diversi problemi, quali un senso di pressione piuttosto che dolore. Le ustioni di terzo grado risultano inoltre dure al tatto.
Il prurito è tipico della guarigione e si manifesta nel 90% degli adulti ed in quasi tutti i bambini. L’intorpidimento o il formicolio possono anche presentarsi per tempi prolungati, in seguito ad un’ustione di origine elettrica. Tipici sintomi sono stress emotivo e psicologico. Potrebbero essere causa di infezioni.
Le complicanze sono associate generalmente ad ustioni profonde o che interessano zone molto ampie.
Fattori da non sottovalutare sono la rottura della barriera epidermica e la diminuzione dei liquidi della zona ustionata.