Ogni giorno facciamo circa 25000 respiri, cioè circa 18-20 al minuto. Inalare aria pulita sul posto di lavoro è dunque importante per la tutela del nostro stato di salute; tuttavia, ci accorgiamo di quanto ciò sia fondamentale solo quando è contaminata dalla presenza di sostanze pericolose che si trovano nell’aria, a causa di diversi processi produttivi. Si tratta dunque di particelle minuscole, gas o vapori, che venendo a contatto con le mucose o penetrando nei polmoni potrebbero recare patologie al nostro organismo e, nei casi peggiori, condurre perfino alla morte. Particelle molto sottili e aerosol che inquinano l’ambiente in cui lavoriamo sono praticamente invisibili e quindi costituiscono un alto rischio per la nostra salute.
Ogni Datore di Lavoro deve fornire ai propri dipendenti adeguate protezioni per le vie respiratorie, quando le misure preventive e protettive collettive non sono sufficienti per la tutela della salute. E’ sicuramente utile provvedere ad un’adeguata ventilazione dei locali e alla presenza di idonei sistemi di aspirazione. L’uso della maschera protettiva deve essere dunque complementare a tutte le misure di prevenzione atte a ridurre al minimo il livello di rischio d’inalazione di sostanze nocive.
È necessario consultare il manuale d’uso, che indica come indossare la maschera (è importante che sia aderente al viso), al fine di evitare danni gravi alla salute.
Livelli di protezione
Se lavorate in un luogo polveroso oppure siete esposti a fumi, gas, vapori, virus o sostanze tossiche, è indispensabile e obbligatoria la protezione dell’apparato respiratorio.
Molti lavoratori rischiano di contrarre malattie respiratorie sia per un’insufficienza di ossigeno nell’aria da respirare, sia per la presenza in essa di sostanze pericolose.
Per evitare danni si utilizzano apparecchi che proteggono le vie respiratorie (AVPR). In particolare, le maschere FFP sono facciali filtranti in caso di particelle, polveri e virus.
I filtri sono classificati su tre livelli (P1, P2 e P3): maggiore è la classe, maggiore è l’efficienza filtrante e quindi il grado di protezione.
Per quanto riguarda le maschere monouso, hanno la dicitura “FF” accanto alla classe del filtro:
- FFP1: proteggono da aerosol non particolarmente tossici;
- FFP2: adatti per aerosol a medio o basso livello di tossicità;
- FFP3: utilissimi in caso di aerosol molto tossici, radiazioni, virus, ecc.
Scegliere la mascherina in base all’ambiente di lavoro
Deve essere adottato un APVR conforme alle specifiche norme.
Vediamo ora qual è la giusta mascherina d’acquistare. Per la scelta dobbiamo porci delle domande:
Quali sono gli inquinanti presenti? Qual è la concentrazione sul posto di lavoro? L’addetto opera in uno spazio confinato? I criteri base per la scelta riguardano il campo di utilizzo e la tipologia di particelle e gas che si trovano nell’ambiente di lavoro.
Le principali tipologie di DPI per le vie respiratorie sono le seguenti:
- Facciali filtranti monouso antipolvere: realizzati interamente in materiale filtrante (da gettare dopo l’uso);
- Maschere a filtro antipolvere: semimaschera o a maschera facciale intera (un filtro depura l’aria inspirata dalle polveri più fini e nocive);
- Maschere a filtro antigas: protezioni facciali intere (utili in caso di gas e vapori tossici nocivi);
- Strumenti respiratori a presa d’aria: aspirano aria da zone non inquinate e la conducono nell’ambiente in cui lavora l’operatore, per un lasso di tempo abbastanza lungo;
- Autorespiratori: consentono di intervenire in ambienti con aria inquinata e povera di ossigeno, per breve tempo (molto utili in caso di emergenza).
Durata delle mascherine
La durata del filtro di protezione dipende da diversi fattori:
- Concentrazione dei contaminanti (primo fra tutti)
- capacità di assorbimento
- respirazione dell’operatore
- temperatura e umidità dell’aria
Mi accorgo che un filtro antigas o combinato per la protezione dai gas impiegato ha perso la sua utilità quando comincio ad avvertire odori, sapori o irritazione durante l’inspirazione.
Si fa presente che tutti i filtri antiparticelle adatti a proteggere da radiazioni, spore, batteri, virus devono essere impiegati una sola volta, indipendentemente dal quanto sono saturi.
I filtri AX (per gas e vapori organici con basso punto di ebollizione) devono essere impiegati per massimo 8 ore di lavoro. Su tutti i filtri o sulla loro confezione è scritta una data di scadenza che, una volta superata, indica che i filtri non possono più essere utilizzati. Stessa cosa anche per confezioni originali aperti da minimo 6 mesi: non vi è più protezione dalle sostanze pericolose.
Dunque le maschere hanno una data di scadenza, ma la durata dell’efficacia varia in base all’utilizzo; di solito deve essere sostituita se il filtro è saturo.
In caso di errata conservazione, ad esempio in un ambiente polveroso, perdono la sua utilità (anche se non sono state utilizzate). Devono inoltre essere sostituite in caso di danneggiamento.
Stabilire la durata di utilizzo massima non è così semplice; ci si basa essenzialmente sulla valutazione dei rischi relativi alle attività che si svolgono; in tale valutazione è bene che sia coinvolto anche il Medico Competente aziendale, che valuta la compatibilità tra le condizioni di salute del lavoratore e la mansione assegnata. Il Datore di Lavoro, attraverso l’attuazione di interventi tecnici e organizzativi, deve provvedere a ridurre al minimo la presenza di sostanze nocive. Il livello protettivo del dispositivo deve quindi essere adeguato.
Mascherine chirurgiche, FFP e igieniche
La mascherina chirurgica protegge le persone con cui veniamo a contatto, offrendo un certo grado protettivo se indossata in modo corretto. Quelle dotate di filtro sono studiate per proteggere chi le indossa, ma non tutti quelli con cui abbiamo contatti, mentre quelle senza filtro costituiscono una protezione per chi le indossa e le persone circostanti.
Quelle chirurgiche sono utilizzate generalmente da personale medico, in caso di situazioni con rischio infettivo piuttosto basso; al contrario, quelle FFP le usano il personale medico a contatto con pazienti molto infetti (ad esempio da Covid-19). Per quanto riguarda la durata, quelle chirurgiche sono monouso, mentre le FFP non possono essere indossate per più di 8 ore (un turno di lavoro); quest’ultime possono essere riutilizzate, ma è necessario leggere attentamente le indicazioni del fornitore.
Si fa presente che la mascherina chirurgica è un prodotto medico a protezione della bocca e del naso, soggetto alla normativa sugli articoli medicali; va a proteggere dunque l’ambiente con cui si viene a contatto, trattenendo le particelle che si trovano nell’aria espirata (se la si posiziona molto bene, potrebbe essere d’aiuto a proteggere l’utente da eventuale aria contaminata).
Si utilizza quando è necessario proteggere la persona che si ha difronte, ma è utile anche in caso di un rischio infettivo molto basso (non costituiscono un’autoprotezione affidabile!).
La norma di riferimento per le chirurgiche è la EN 14683, in cui vi sono tutti i requisiti che devono avere quelle indossate all’interno della UE. Devono essere acquistate solo quelle con marchio CE e certificate dunque dal produttore. E’ molto più facile la respirazione tramite le maschere chirurgiche: risultano infatti molto più comode per chi le indossa rispetto a quelle FFP e possono essere utilizzate anche durante le attività più impegnative (basta farne un uso appropriato). Si fa presente che le maschere FFP dotate di valvola di espirazione proteggono solo chi le porta, non il paziente, dal momento che l’aria inspirata attraverso gli strati filtranti viene filtrata, ma l’aria espirata viene buttata fuori attraverso la valvola non filtrata. Queste maschere, che possono avere forma (conica o piatta piegata), per poter essere vendute in Europa, devono rispettare la norma DIN EN 149.
Per la verifica della conformità a determinati requisiti deve essere effettuato un test da parte di un centro di prova indipendente (Organismo Notificato). Viene così applicato il marchio CE e confermato che è stata rispettata la norma. Solo se utilizzate correttamente le FFP offrono un massimo grado di protezione (quelle senza valvola sono utili anche per l’ambiente circostante).
Oltre a quelle chirurgiche e le FFP, vi sono anche quelle igieniche, non adatte per l’uso medico, dato che non rispondono alle specifiche della EN 14683. Queste non possono essere considerate dunque Dispositivi di protezione individuali (DPI), proprio perché non hanno alcuna funzione protettiva e non sono soggette a specifiche certificazioni. Si tratta di mascherine monouso, ed è bene in ogni caso che garantiscano un ottimo confort per l’utilizzatore, andando a coprire il volto dal mento al naso. Il lavaggio è possibile se realizzate in materiale resistente ad una temperatura di 60 gradi; in genere è riportato sulla confezione il numero di lavaggi massimo affinché il prodotto non perda la sua utilità, mantenendo dunque il livello di performance iniziale.
Istruzioni per l’uso
- Prima di indossare la mascherina, lavare bene le mani utilizzando acqua e sapone per minimo 40-60 secondi o igienizzare con soluzione a base di alcol per circa 20-30 secondi;
- Quando si indossa la mascherina toccare solo gli elastici stando attenti a non contaminare la parte interna;
- Si raccomanda di far aderire perfettamente al naso il ferretto superiore e di indossare l’articolo in modo tale da coprire il mento;
- Esiste un verso in cui deve essere indossata: accertarsi che sia quello giusto! (es. le chirurgiche devono essere portate con la parte colorata volta verso l’esterno).
- Se durante l’utilizzo si dovesse toccare la mascherina, si devono igienizzare le mani;
- Non lasciare il prodotto in tasca o sopra mobili o ripiani;
- Nel caso in cui la mascherina si possa riutilizzare, effettuare il lavaggio a 60 gradi con qualsiasi detersivo, salvo diverse indicazioni del produttore, se disponibili.