Cosa mangiare in pausa pranzo al lavoro?

Perché è importante il rapporto tra alimentazione e lavoro?

Pausa pranzo lavoroDiversi studi attestano un legame tra una corretta alimentazione e il rendimento lavorativo:

  • Una dieta idonea può influire positivamente sulla produttività, e potrebbe anche influenzare il livello di sicurezza del lavoratore.
  • Spesso le aziende (in ambito pubblico e privato) si impegnano nell’offrire ai lavoratori una corretta alimentazione con il fine di metterli al sicuro ed essere produttivi.
  • Nei lavoratori che saltano un pasto potrebbe verificarsi un calo ipoglicemico, con ripercussioni negative sulla capacità di concentrazione e sulla velocità di elaborazione delle informazioni.

Mangiare sano in un ambiente lavorativo contribuisce ad evitare la carenza dei principi nutritivi necessari e l’insorgenza di patologie croniche come l’obesità. Alimentarsi in modo sano e sicuro dal punto di vista igienico-sanitario è dunque un’importante forma di prevenzione. A tal riguardo, gli investimenti delle aziende in nutrizione contribuiscono a diminuire i giorni di assenza dei lavoratori per malattia e il numero degli infortuni sul lavoro. C’è da dire che con l’invecchiamento, per alcune categorie, tende a diminuire il fabbisogno calorico del lavoratore, che tende a ridurre le operazioni manuali effettuate sul posto di lavoro. I lavoratori devono alimentarsi in base alla tipologia di mansione svolta (lavoro sedentario, leggero, pesante, ecc.) e alle attività effettuate fuori dall’orario lavorativo, come lo sport o un secondo lavoro. Dirigenti e Datori di Lavoro devono impegnarsi affinché i lavoratori possano mangiare in modo sano.

Alimentazione scorretta: quali sono le possibili malattie?

Mangiare sano è una delle principali armi contro l’insorgere di tumori e malattie croniche a carico del sistema cardiovascolare e respiratorio. Una dieta corretta forse non riuscirà a evitare una malattia come un tumore ma può aiutare a mantenere lo stile di vita salutare. Avere una cattiva alimentazione non significa solo mangiare eccessivamente, ma soprattutto mangiare tutto ciò che non è sano. Il consumo sproporzionato di grassi, bevande gassate, dolciumi e prodotti elaborati sta aumentando sempre di più, in particolare tra i giovani. A tutto ciò dobbiamo aggiungere altre abitudini errate come saltare i pasti e mangiare fuori orario. Un’alimentazione corretta sul posto di lavoro diviene quindi un accorgimento importante per la tutela della salute del dipendente, con conseguenze positive in termini di performance. La maggior parte delle malattie in Europa sono dovute ad un’alimentazione sbilanciata, all’abitudine al fumo di tabacco, all’assunzione eccessiva di alcolici e ad un’insufficiente attività sportiva. Un’alimentazione eccessiva può portare all’obesità (responsabile spesso di cardiopatie ischemiche e di ipertensione arteriosa) e danni per alcuni organi vitali come stomaco e fegato. I primi sintomi di carenze nutritive sono, inoltre:

  • Acidità;
  • bruciore di stomaco;
  • senso di gonfiore;
  • difficoltà a digerire.

Molte volte le nostre scelte alimentari sono influenzate da abitudini legate al gusto e alla gradevolezza del cibo che ingeriamo, ma ciò rende incapaci di valutare la reale qualità di ciò che ingeriamo.

Pausa pranzo sul lavoro: consigli utili

Durante la pausa pranzo è bene consumare alimenti leggeri, facilmente digeribili e nella giusta quantità. L’INAIL mette a disposizione dei suggerimenti per i lavoratori in merito all’assunzione giornaliera di tutti i nutrienti necessari per stare in forma. Dato che almeno un pasto al giorno è consumato sul posto di lavoro, vengono fornite indicazioni per una corretta alimentazione, rivolgendosi anche ai cibi delle mense e dei distributori automatici. E’ consigliabile il consumo di cibi integrali perché contengono importanti nutrienti.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) consiglia, inoltre, di:

  • Evitare cibi troppo salati;
  • Bere acqua in abbondanza, evitando bevande zuccherate o alcoliche;
  • Evitare la “sindrome del buffet”, con quantità eccessive di cibo;
  • Mangiare sempre frutta e verdura a pranzo;
  • Evitare dolci;
  • Scegliere cibi poco grassi (meglio quelli cotti sulla piastra o a vapore), evitando i fritti.
  • Mangiare spesso i legumi: contengono pochi grassi, sono ad alto contenuto di fibra e proteine vegetali;
  • Variare il più possibile il menù quotidiano, per avere un’alimentazione equilibrata.

Sono dunque le cinque regole da seguire per una corretta alimentazione al lavoro: frutta e verdura, meno grassi, varietà dei cibi, acqua in abbondanza e porzioni adatte al tipo di mansione svolta. Per quanto riguarda i pasti somministrati in azienda, le mense devono prestare attenzione ad eventuali esigenze specifiche dovute a patologie ed allergie alimentari; sarebbe utile proporre dei menù contenenti la composizione specifica di ogni pietanza e le relative calorie.

Diete dimagranti ed integratori: affidati ad un esperto

Attenti alle diete dimagranti fai da te e all’uso di integratori: è bene rivolgersi ad un esperto per perdere peso (evitare diete lette su qualche libro o sul web). Durante un dieta devono essere assunti tutti gli alimenti; vanno ridotte le calorie e deve essere praticata attività fisica. Per perdere peso devono essere modificate le abitudini alimentari nel lungo periodo, altrimenti tutti gli sforzi fatti non servono a nulla. Per dimagrire non serve saltare la colazione, dato che è il pasto fondamentale della giornata; è opportuno invece limitare il più possibile gli spuntini fuori pasto, soprattutto quelli molto calorici. Chi sta a dieta non deve pensare di sostituire i pasti con degli integratori (possono essere utili però per completare la nostra dieta equilibrata); non è dunque un buon metodo, ma molte persone lo adottano per dimagrire: spesso si pensa che una pillola possa essere messa sullo stesso piano di una corretta alimentazione. Purtroppo gli “integratori dimagranti” sono prodotti in libera vendita anche nei supermercati ed è in aumento anche la vendita in modalità online (i siti web mettono sempre più in evidenza le proprietà miracolose di tali integratori). Un’alimentazione corretta, insieme allo sport e al controllo di altri aspetti come il fumo e le bevande alcoliche, è un’importante forma di prevenzione per diverse malattie. Il ricorso a diete estreme è sbagliato: esiste invece un percorso più duro, che prevede un cambiamento dello stile di vita e del comportamento alimentare. Atteggiamenti errati sono tipici di chi vuole rapidamente perdere peso per motivazioni di tipo puramente estetico. Bisogna diffidare delle diete che aboliscono totalmente i carboidrati oppure quelle che si basano principalmente su un alimento: sono approcci scorretti e diseducativi che non risolvono il problema ma favoriscono recuperi piuttosto rapidi con ripercussioni negative sull’umore e sul metabolismo.

Cosa si intende per sicurezza ed igiene degli alimenti?

Il tema della sicurezza alimentare è estremamente importante e attuale, dato che i consumatori, manifestano sempre più il bisogno di essere tutelati. Un alimento non deve causare danni al nostro organismo dopo che è stato preparato e/o consumato. Se la qualità igienico – sanitaria degli alimenti viene meno, aumenta la probabilità di incorrere in rischi per la salute del consumatore. Chi opera dunque in un settore particolarmente complesso e delicato, come quello della filiera produttiva e distributiva di cibi e bevande deve seguire un corso professionale sulla sicurezza degli alimenti (HACCP), che tratti la microbiologia, i metodi conservazione degli alimenti, l’igienizzazione degli ambienti e delle attrezzature di lavoro, e in generale a tutti gli aspetti che riguardano l’igiene alimentare. Per operare nell’industria alimentare la normativa vigente obbliga dunque al conseguimento del certificato HACCP. Conoscere le regole dell’igiene e della sicurezza alimentare è importantissimo per tutti coloro che entrano in contatto con gli alimenti. E’ ovvio che il grado di approfondimento della tematica dipende dalla tipologia di mansione svolta. Le aziende devono adottare tutte le condizioni e le misure necessarie per garantire la sicurezza e l’idoneità dei generi alimentari in ogni fase della catena alimentare. La Sanità pubblica ha stabilito che per raggiungere determinati livelli di sicurezza alimentare, deve essere applicato il sistema HACCP, acronimo di “Hazard Analysis Critical Control Point” (Analisi dei Rischi e Controllo dei Punti Critici), con lo scopo di individuare eventuali problematiche che riguardano la sicurezza degli alimenti; dunque, l’obiettivo dell’applicazione del sistema in questione è quello di garantire che gli alimenti siano sicuri, al fine di prevenire infezioni. Ciò avviene attraverso il rispetto dei seguenti principi:

  1. Analisi dei rischi cui sono sottoposti gli alimenti;
  2. Identificazione dei Punti Critici di Controllo (CCP – Critical Control Points): questi sono i punti del processo in cui e possibile controllare il rischio per minimizzare o eliminare l’effetto dannoso;
  3. Determinare per i punti critici di controllo, i limiti critici che differenziano l’accettabilità dall’inaccettabilità;
  4. Attuazione di metodi di sorveglianza efficaci nei punti critici di controllo;
  5. Definizione di azioni correttive da attuare se un punto critico risulta fuori controllo;
  6. Predisposizione di procedure per monitorare l’efficacia delle misure adottate;
  7. Predisporre documenti e registrazioni adeguati alla specifica realtà lavorativa.

Tutti e sette i principi di un piano HACCP devono essere seguiti attentamente per assicurarsi che il sistema funzioni come stabilito e prevenire potenziali pericoli. La normativa vigente coinvolge nella redazione di un manuale di autocontrollo HACCP tantissime attività, come ristoranti, bar, gelaterie, pizzerie, pasticcerie, pub, stabilimenti balneari, ecc. Tale documentazione deve essere a disposizione degli organi di vigilanza in caso di controllo; deve includere ogni informazione relativa al piano igienico sanitario aziendale sulla base del sistema HACCP. Poiché ogni azienda rappresenta una realtà specifica, la documentazione deve risultare in linea con l’attività in questione che si svolge; il manuale non è standard ma deve essere redatto su misura.