Prodotti chimici con diisocianati: un pericolo per i lavoratori

corso diisocianati onlineI diisocianati occupano un certo ruolo in molte aziende, in particolare per produrre materiali polimerici come i poliuretani. Tuttavia, la loro pericolosità per la salute dell’uomo ha portato l’Unione Europea ad emanare normative apposite per il loro utilizzo. Attraverso questo articolo esploreremo cosa sono i diisocianati, i possibili danni per la salute, gli obblighi di legge e la formazione necessaria.

Corso per chi manipola diisocianati: da quando è obbligatorio?

Il corso per chi manipola diisocianati può essere frequentato interamente in modalità online, dunque senza date/orari prestabiliti, anche comodamente dalla sede lavorativa o da casa. Questa formazione è destinata a coloro che impiegano sostanze chimiche contenenti diisocianati in concentrazione almeno pari allo 0,1%. L’attestato ha validità nazionale, con aggiornamento quinquennale. I corsi hanno una durata di 5 ore. Il test finale è a risposta multipla; in caso di mancato superamento può essere ripetibile più volte. Il corso garantisce l’assolvimento degli obblighi normativi per tutto il personale addetto alla manipolazione dei diisocianati, in qualsiasi ambiente di lavoro. Dal 24/08/2023 è obbligatoria la frequenza al corso per diisocianati. La formazione deve essere erogata ai sensi degli artt. 37 e 227 del D.lgs. n.81/08 e del Regolamento UE 2020/1149; quest’ultimo introduce una restrizione sui diisocianati: a partire dal 24/08/23 non possono essere utilizzati da soli o contenuti in altre sostanze per usi industriali e professionali in quantità superiori allo 0,1%.

Cosa sono i diisocianati e dove si trovano

I diisocianati sono dei composti organici, la cui struttura molecolare è formata di due gruppi di isocianato. È possibile trovare sostanze con diisocianati in vari prodotti: adesivi, sigillanti, vernici, mobili, schiume poliuretaniche, composti chimici, ecc. Per questo motivo sono molti i lavoratori che hanno l’obbligo di fare un apposito corso. Per capire se un prodotto chimico contiene tali componenti, è opportuno leggere l’etichetta o scheda di sicurezza. I diisocianati vengono impiegati ad esempio per l’isolamento termico di edifici e frigoriferi. Li troviamo anche nei sedili per gli autoveicoli, negli articoli sportivi (sci, tavole da surf, ecc.) e nell’ambito della produzione di suole per scarpe.

Diisocianati sul posto di lavoro: i danni per i lavoratori

L’utilizzo non corretto dei diisocianati potrebbe recare irritazione agli occhi e alla pelle. Come tutte le sostanze pericolose, anche quelle contenenti diisocianati devono essere gestite nel massimo della sicurezza. I lavoratori devono essere informati riguardo le conseguenze avverse. È bene, a fini preventivi, indossare guanti ed occhiali di protezione specifici. Nei lavoratori più sensibili, l’esposizione quotidiana a diisocianati potrebbe comportare l’asma bronchiale, una malattia professionale vista come un importante problema di salute nell’Unione Europea. L’utilizzo o l’immissione sul mercato dei diisocianati è stato dichiarato dunque dalla Commissione Europea un rischio inaccettabile per la salute umana.

Corso per diisocianati: la responsabilità è del Datore di Lavoro

Come per qualsiasi corso di sicurezza del lavoro, anche questo è a carico del datore di lavoro, che ha l’obbligo di formare i propri dipendenti, affinché vengano utilizzati in modo corretto i prodotti chimici pericolosi contenenti diisocianati. In ambito industriale e professionale, dal 24/08/23, i lavoratori possono essere esposti a diisocianati solo se:

  • la concentrazione in peso è inferiore allo 0,1%;
  • oppure abbiano completato con esito positivo un apposito corso obbligatorio in merito.

I fornitori devono garantire che i destinatari dei diisocianati vengano informati riguardo l’uso sicuro, prima del loro utilizzo.

Perché i prodotti chimici sono pericolosi per l’uomo?

L’esposizione ad agenti chimici sul posto di lavoro potrebbe comportare:

  • irritazioni all’apparato respiratorio;
  • allergie respiratorie e cutanee;
  • irritazioni alla pelle e agli occhi;
  • alterazioni del sistema nervoso;
  • alterazioni del fegato e dell’apparato digestivo.

Il danno derivante dall’esposizione ad agenti chimici, più o meno grave, può avvenire:

  • In modo improvviso e violento (comporta un rischio per la sicurezza): si tratta quindi di incidente/infortunio a causa di incendio, scottature, intossicazioni, asfissia, ecc., con conseguenze negative per le persone e l’ambiente.
  • Dopo un certo tempo di esposizione (si ha un rischio per la salute): l’esposizione frequente ad agenti chimici pericolosi è correlata all’insorgenza di malattie dell’apparato respiratorio (ad es. asma e rinite), patologie cutanee e che interessano le mucose (ad es. irritazioni, ulcerazioni ed eczemi), malattie del sistema nervoso (ad es. mal di testa, tremori e disturbi psichici) e forme tumorali.

I danni per la salute derivano dunque dalle seguenti sostanze:

  • tossiche, nocive, corrosive, irritanti;
  • allergizzanti: a queste associamo delle reazioni di difesa esagerate dell’organismo (ad es. asma);
  • cancerogene: inducono tumori.

L’effetto può essere di tipo:

  • acuto: immediato e grave (ustioni da contatto, intossicazioni, asfissia, ecc.).
  • cronico: a causa di esposizioni prolungate o ripetute in piccole quantità.

Le sostanze tossiche possono penetrare nel nostro corpo tramite:

  • vie aeree;
  • ingestione;
  • contatto con la pelle.

Prevenzione del rischio chimico nelle aziende

Una situazione di rischio chimico richiede la presenza sia il pericolo che il lavoratore esposto al tale pericolo (ad esempio la manipolazione di un prodotto chimico). Se anche un prodotto chimico è pericoloso, il rischio di incorrere in qualche infortunio o malattia professionale a lungo andare (o di danneggiare l’ambiente) è estremamente basso se il prodotto chimico è maneggiato in sicurezza e sotto controllo. Secondo il D.lgs. 81/2008 (Testo Unico per la salute e la sicurezza sul lavoro) il lavoratore è un soggetto attivo della prevenzione. I lavoratori devono:

  • rispettare le regole impartite dal Datore di Lavoro e dai Dirigenti;
  • utilizzare i dispositivi di protezione individuale previsti.
  • utilizzare correttamente le attrezzature e le sostanze impiegate;
  • saper riconoscere un pericolo: segnalare condizioni pericolose di cui vengano a conoscenza al fine di prendersi cura della propria salute e sicurezza, ma anche di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro, conformemente alla formazione ricevuta.

Effetti a lungo termine: i tumori professionali

Tra gli agenti chimici con effetti a lungo termine vi sono i seguenti:

  • diisocianati;
  • formaldeide;
  • polvere di legno;
  • silice;
  • amianto;
  • cromo esavalente;
  • idrocarburi policiclici aromatici.

Secondo la IARC (International Agency for Research on Cancer), il cancro provoca ogni anni nel mondo circa 8,2 milioni di morti e le previsioni sull’incidenza e sulla mortalità risultano in crescita.  Riguardo ai soli tumori correlati alla mansione svolta, le stime a livello mondiale riportate dall’ILO (International labour office) dichiarano che è ricollegabile ai tumori il 32% dei decessi a causa del lavoro; in Europa tale valore raggiunge il 53%, cioè vi sono dai 60 mila ed i 100 mila lavoratori deceduti in un anno a causa di forme tumorali. Si fa presente che i tumori che si manifestano (anche a distanza di anni) per colpa dell’attività svolta non sono diversi da quelli “spontanei”, né clinicamente né sul piano istologico.

Inquinamento indoor a causa degli agenti chimici

Per quel che concerne l’inquinamento indoor, va distinto tra quello in ambiente di lavoro e quello negli ambienti di vita. Nel primo caso il legiferatore è chiamato a regolare l’esposizione lavorativa a sostanze nocive, al contrario per gli ambienti domestici sembra fondamentale il ruolo dell’educazione sanitaria. Oggi in media tendiamo a trascorrere almeno il 90% del nostro tempo in ambienti “indoor”; l’espressione, come è facile intuire, fa riferimento agli ambienti confinati di vita e di lavoro (dall’automobile alla casa, passando per gli uffici, le palestre, le aule, i cinema e i centri commerciali). Sono ambienti in cui l’aria è fino a 5 volte più inquinata di quella esterna. E ciò può avere inevitabilmente un impatto significativo e ripercussioni negative sulla salute, sul benessere e sulla produttività delle persone. Circa 9 persone su 10 in tutto il mondo respirano aria indoor inquinata. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), una scarsa qualità dell’aria indoor si può correlare a diversi disturbi, ad esempio deficit di respirazione, asma, ipersensibilità, malattie del cuore e tumori. Dati del Nemic (National Energy Management Institute Committee) evidenziano che il 30% delle persone che occupano ambienti di lavoro è affetto da forme di malessere e il 50% degli impianti di ventilazione non garantisce una buona qualità dell’aria. Inoltre, secondo le fonti del NIOSH (National Institute for Occupational Safety & Health, 1998), circa il 50-80% degli edifici commerciali non raggiunge costantemente gli standard di conformità per una qualità dell’aria interna accettabile e stando al GAO (Government Accountability Office, 1996), negli USA si perde circa il 25% del consumo medio annuo dell’energia (6 mld $) per le scuole, per l’inefficienza degli impianti di condizionamento. Si parla spesso dell’inquinamento outdoor, cioè la presenza di sostanze nocive nell’aria nell’ambiente esterno, senza rendersi conto dell’importanza della qualità dell’aria negli ambienti in cui operano i lavoratori e nelle abitazioni private. Ad esempio, la qualità dell’aria in ufficio può essere un problema ed ostacolare le attività quotidiane a causa di malesseri e malattie degli occupanti. La causa di questi malesseri e malattie sono le numerose fonti di inquinanti come fumo di sigaretta, materiali da costruzione, arredamento, fotocopiatrici e condizionatori che rilasciano nell’aria sostanze inquinanti e tossiche. Tutto ciò va dunque a rilasciare nell’aria i cosiddetti “VOC” (Composti Organici Volatili), che influenzano la qualità dell’ambiente, causando alterazioni del comfort e della salute di lavoratori e ospiti della struttura.