Rischio chimico sul lavoro: azioni preventive e protettive

agenti chimici pericolosi lavoroI lavoratori esposti ad agenti chimici pericolosi devono essere informati in merito alle idonee misure di primo soccorso da intraprendere in caso di contatto accidentale. Bisogna renderli consapevoli dei possibili danni derivanti dal contatto con tali agenti chimici e delle misure preventive e protettive stabilite dall’azienda.

Intossicazione da agenti chimici: interventi di primo soccorso

Per agire prontamente in caso di intossicazione da agenti chimici sul posto di lavoro, i dipendenti devono sapere in che modo intervenire, riconoscere i sintomi e conoscere i pericoli dei prodotti (espressi sulle etichette e nelle schede dati di sicurezza). Un’azione errata potrebbe essere responsabile di ulteriori danni. Gli addetti al primo soccorso aziendale potrebbero infatti trovarsi ad agire in caso di infortunio da sostanze chimiche. Sarebbe impossibile stilare un elenco di tutte le situazioni che potrebbero verificarsi, ma si può dare uno sguardo a quelle principali per supportare i soccorritori in caso di intervento.

Infortuni da agenti chimici sul posto di lavoro

Il contatto con gli agenti chimici può essere correlato ad effetti locali o sistemici, dalla forma acuta o cronica. I danni dipendono da diversi aspetti: dose, tempo, frequenza e vie di esposizione. Gli effetti acuti si osservano in genere subito dopo il contatto e sono spesso dovuti a brevi esposizioni di dosi elevate. Nei casi più gravi, anche una sola esposizione potrebbe comportare un danno permanente o addirittura il decesso. Per evitare dunque eventi accidentali è indispensabile gestire al meglio la sicurezza sul posto di lavoro. Si ha invece un danno cronico per la salute se vi è un’esposizione prolungata ad un agente chimico; in questo caso, anche se il lavoratore interrompe l’esposizione, è difficile che i sintomi scompaiono. Un effetto cronico viene anche detto “malattia professionale”. A tal riguardo è importante la figura del Medico Competente aziendale che, tramite l’attività di Sorveglianza Sanitaria, monitora lo stato di salute del lavoratore, individuando eventuali patologie correlate alla specifica mansione svolta. Tra i sintomi da esposizione ad agenti chimici vi sono i seguenti: bruciore, stordimento, senso di svenimento, ecc.

Incendio, esplosione e intossicazione da sostanze chimiche

Il contatto con agenti chimici pericolosi per la sicurezza e la salute del lavoratore potrebbe presentarsi nelle seguenti situazioni:

  • Incendio: il lavoratore potrebbe accusare un’intossicazione da fumi di combustione, ma anche ustioni di entità più o meno grave, durante il verificarsi di un incendio. Si fa presente che la maggior parte dei decessi dovuti agli incendi non dipende tanto dal crollo degli edifici o dalle ustioni, quanto dall’esposizione al monossido di carbonio.
  • Esplosione: potrebbe comportare anche lesioni fisiche immediate e critiche, come fratture, lacerazioni, ecc.
  • Intossicazione acuta: può manifestarsi a causa dell’inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo di agenti chimici; potrebbe comportare anche la morte dell’infortunato.

Rischio chimico: misure preventive e protettive

Tra le misure preventive e protettive contro gli agenti chimici possiamo considerare le seguenti:

  • Sostituzione di una sostanza pericolosa con una che lo è meno;
  • Organizzazione di adeguati processi di lavoro e controlli in merito alla manipolazione, stoccaggio, trasporto e lo smaltimento delle sostanze chimiche;
  • Impiego di macchinari idonei e operazioni di manutenzione degli stessi;
  • Messa a disposizione di protezioni collettive e, nel caso in cui queste non fossero sufficienti a minimizzare il livello di rischio, fornire gli opportuni dispositivi di protezione individuale (DPI);
  • Gestire al meglio situazioni di emergenza;
  • Controllo dell’effettiva applicazione delle corrette procedure di lavoro;
  • Evitare che vi siano fonti d’innesco;
  • Informare (anche tramite cartelli sulla sicurezza), formare e addestrare i lavoratori all’atto dell’assunzione e in caso di introduzione di nuovi prodotti chimici pericolosi nel ciclo produttivo.

Inoltre, in base al Decreto Legislativo n°81 del 2008, tutti i lavoratori devono operare in modo tale da non mettersi in pericolo; la loro attività non deve comportare un rischio per la salute e la sicurezza degli altri colleghi. In particolare, cosa devono fare i lavoratori in merito?

  • Seguire scrupolosamente le indicazioni dettate dal Datore di Lavoro, dai Dirigenti e dai Preposti;
  • Utilizzare i DPI messi a loro disposizione;
  • Far presente tempestivamente al Datore di Lavoro, ai Dirigenti e ai Preposti, possibili carenze in merito alle protezioni adottate, nonché altre situazioni pericolose;
  • Sottoporsi alle visite mediche aziendali previste;
  • Non apportare modifiche ai propri DPI;
  • Rispettare gli obblighi e i divieti segnalati da apposita segnaletica di sicurezza;
  • Leggere le etichette dei prodotti chimici presenti sui contenitori e consultare le schede dati di sicurezza prima di mettersi all’opera;
  • Comunicare immediatamente qualsiasi tipologia d’infortunio sul lavoro;
  • Mantenere pulita la zona di lavoro, prestando anche attenzione ai pavimenti, evitando in particolare scivolamenti;
  • Segnalare eventuali rilasci accidentali di sostanze chimiche.

Agenti chimici: infortuni e malattie professioni correlati

Il danno derivante dall’esposizione ad agenti chimici, più o meno grave, può avvenire:

  • In modo improvviso e brutale (rischio per la sicurezza): si tratta di incidente/infortunio da incendio, esplosione, ustione, intossicazione, asfissia, ecc., che potrebbe interessare le persone, la struttura e l’ambiente;
  • Dopo diverso tempo dall’esposizione (rischio per la salute): ciò è correlato all’insorgenza di malattie dell’apparato respiratorio (asma, rinite), malattie della pelle e delle mucose (irritazioni, ulcerazioni, eczemi, ecc.), patologie del sistema nervoso (mal di testa, tremori, turbe psichiche, ecc.) e tumori.

Il lavoratore potrebbe venire a contatto con:

  • Sostanze tossiche, nocive, corrosive, irritanti: perturbano il funzionamento dell’organo e del tessuto e ne causano la distruzione.
  • Sostanze allergizzanti: comportano reazioni di difesa eccessiva dell’organismo (eczema, asma).
  • Sostanze cancerogene: inducono forme tumorali.

L’esposizione ad agenti chimici sul posto di lavoro potrebbe comportare:

  • irritazioni all’apparato respiratorio;
  • allergie respiratorie e cutanee;
  • irritazioni alla pelle e agli occhi;
  • alterazioni del sistema nervoso;
  • alterazioni del fegato e dell’apparato digestivo.

Gli effetti a lungo termine: i tumori professionali

Tra gli agenti chimici con effetti a lungo termine per la salute dei lavoratori vi sono i seguenti:

  • formaldeide;
  • polvere di legno;
  • silice;
  • amianto;
  • cromo esavalente;
  • idrocarburi policiclici aromatici.

Secondo la IARC (International Agency for Research on Cancer), il cancro provoca ogni anno nel mondo 8,2 milioni di morti e le previsioni sull’incidenza e sulla mortalità sono in aumento. Riguardo ai soli tumori professionali, le stime a livello mondiale prodotte dall’ILO (International labour office) riferiscono che è associabile ai tumori il 32% dei decessi a causa dell’attività lavorativa. In Europa, tale percentuale raggiunge il 53%, che corrisponde ad una oscillazione tra i 60 mila ed i 100 mila lavoratori morti annuali a causa di neoplasie. I tumori professionali di certo non differiscono da quelli “spontanei”, né clinicamente né sul piano istologico.

Mansioni esposte a rischio chimico: quali sono?

Il rischio chimico si ha in tutte le attività nelle quali vi sia la presenza di agenti chimici pericolosi per l’uomo. Riportiamo di seguito l’elenco di attività esposte al rischio chimico e alcune sostanze potenzialmente dannose per i lavoratori:

  • Industrie petrolifere;
  • Produzione di vernici;
  • Tintorie;
  • Autocarrozzerie;
  • Acconciatura: tinte per capelli, prodotti per meches (persolfati), utensili in metallo (nickel);
  • Agricoltura: pesticidi;
  • Settore alimentare: farine, fumi di cottura, prodotti per pulizie, gomma (ad esempio il lattice);
  • Chimica, farmaceutica, plastica (attività in cui si realizzano nuovi materiali e composti): sostanze chimiche, quali componenti delle pitture, collanti, additivi delle materie plastiche, ecc.
  • Settore edile: cemento (cromati), componenti delle colle e delle vernici, acrilati;
  • Falegnameria: polvere di legno, vernici, colle, ecc.
  • Meccanica, metallurgia, trattamento dei metalli: polveri metalliche, olii di taglio, ecc.
  • Settore sanitario: disinfettanti, detergenti, alcuni farmaci, acrilati.

DPI per lavoratori esposti ad agenti chimici

Come per tutti i rischi, anche per quelli di natura chimica i DPI devono essere impiegati quando non è possibile evitare, ridurre o fronteggiare adeguatamente i rischi con misure tecniche di prevenzione, con sistemi di protezione collettiva o con una differente organizzazione del lavoro. Quando si fa riferimento ad agenti chimici, si deve concentrare l’attenzione principalmente su:

  • protezione delle vie respiratorie;
  • indumenti da lavoro;
  • guanti protettivi;
  • visiere e occhiali di sicurezza.

La loro fornitura è un obbligo del datore di lavoro e il lavoratore provvede all’utilizzo, cura e conservazione. La scelta di un dispositivo di protezione individuale comporta una serie di valutazioni e di verifiche non sempre facili da effettuare. Possiamo considerare adeguato un DPI quando riteniamo di aver ottenuto il miglior compromesso possibile tra il più alto livello di sicurezza che si può raggiungere e il comfort indispensabile da assicurare. È evidente che la scelta di un dispositivo idoneo dovrebbe essere intrapresa dopo una corretta valutazione dei rischi e tener conto dell’adeguatezza e dell’idoneità del DPI. La scelta del tipo di respiratore deve essere inoltre fatta in relazione al tipo di attività svolta, alla qualità e quantità dell’agente inquinante presente e ai valori limite stabiliti per legge. Deve essere tenuto conto anche di molti altri fattori, quali fatica, durata dell’attività, durata di filtri, libertà di movimento, campo visivo, necessità di proteggere occhi e viso, ecc.