Cos’è il vaccino antinfluenzale?
Per vaccino antinfluenzale s’intende un vaccino inattivato, composto da virus coltivati in embrioni di pollo, efficace verso il tipo A ed il tipo B del virus dell’influenza. E’ necessario adattare annualmente i ceppi virali inclusi nel vaccino con quelli della stagione influenzale in corso.
Il vaccino antinfluenzale può essere formulato anche con l’aggiunta di un adiuvante che amplifica la risposta anticorpale dell’uomo al vaccino e consente di impiegare quantità minori di materiale virale.
Tale vaccino, inoltre, è una misura preventiva generalmente utile e adatta a chiunque e a qualunque età (salvo rare controindicazioni).
In quale periodo dell’anno va effettuato?
Il vaccino antinfluenzale va effettuato ogni anno all’inizio della stagione influenzale, in quanto consente di evitare (o attenuare) i disturbi dell’influenza e ridurre il rischio di complicanze.
Il periodo ottimale per vaccinarsi contro l’influenza varia leggermente ogni anno, in base alle modalità di diffusione dei virus influenzali.
E’ obbligatorio vaccinarsi?
Il vaccino antinfluenzale, a differenza di quello antitetanico (obbligatorio per alcune categorie), non rientra tra gli obblighi dei lavoratori e dunque non è presente nel protocollo di Sorveglianza Sanitaria.
Nonostante tutto, il Servizio Sanitario Nazionale prevede la vaccinazione gratuita per i seguenti lavoratori:
- Coloro che sono addetti all’allevamento o al trasporto di animali vivi
- Insegnanti (sia delle scuole dell’infanzia che dell’obbligo)
- Addetti alle poste (o anche alle telecomunicazioni)
- Dipendenti della pubblica amministrazione
- Veterinari (sia all’interno di enti pubblici che libero-professionisti)
- Personale sanitario (medici, infermieri, ecc.)
- Addetti all’assistenza nelle case di riposo (rsa)
- Volontari dei servizi sanitari di emergenza
Inoltre, la vaccinazione antinfluenzale è consigliata vivamente a tutte quelle categorie di persone per le quali il virus influenzale potrebbe comportare delle complicazioni per la salute:
- Coloro che hanno un’età maggiore di 65 anni (in particolar modo se si trovano in ospedale o nelle rsa)
- Bambini che hanno un’ età maggiore di 6 mesi (soprattutto se nati prima del termine o di basso peso alla nascita)
- Donne che si trovano nel secondo e terzo trimestre di gravidanza
- Adulti che hanno delle malattie croniche o acute per l’apparato respiratorio e cardiocircolatorio, patologie di metabolismo, complicazioni renali renali, sindromi da malassorbimento intestinale.